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Worship service 28.06.2020

ONORARE LO SPIRITO SANTO

COLLABORARE CON LO SPIRITO SANTO 2 parte

Pastore Evangelista Heros Ingargiola

In questo tempo la cultura del regno di Dio si sta ristabilendo ed uno dei suoi principi fondamentali è l’onore ed abbiamo studiato nelle precedenti predicazioni che possiamo onorare lo Spirito Santo attraverso la comunione e la collaborazione con Lui.

Efesini 2.6 e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù.

La più alta posizione che abbiamo ricevuto da Dio non dipende da ciò che facciamo, dal servizio che svolgiamo o dal ruolo che abbiamo ma la più alta posizione è quella di essere figli e di essere seduti accanto a Lui nei luoghi celesti. Gesù ha pagato con la sua vita affinchè potessimo passare dalla morte eterna alla vita ed anche potessimo entrare a fare parte della sua famiglia e diventare figli di Dio. La nostra posizione spirituale è quindi nei luoghi celesti in Cristo, questa espressione dall’originale significa seduti insieme a Lui, uniti a Lui. Possiamo affermare con certezza che non c’è posizione più alta di quella di essere figli di Dio.

Un altro aspetto importante da sottolineare è che spesso ci identifichiamo con che facciamo e di conseguenza crediamo che il nostro valore sia relativo a quello ma ciò che facciamo sta solo rispondendo a ciò che Dio ci ha chiamato a fare; la nostra identità quindi consiste in ciò che siamo e non in ciò che facciamo. Molti cercano di soddisfare loro stessi attraverso le cose che fanno ma la vera soddisfazione deriva dall’appartenere a Cristo ed essere suoi figli.

Gesù non solo ha dato la Sua vita ma il terzo giorno è resuscitato e ci ha permesso di stare seduti accanto a Lui, questa è la nostra posizione spirituale.

I Corinzi 12.24 ma le nostre parti decorose non ne hanno bisogno. Perciò Dio ha temperato il corpo, dando maggiore onore alla parte che ne mancava.

Il termine temperato che leggiamo in questo verso significa che ha fatto una fusione, quindi Dio ha preso ognuno di noi e prima di tutto ci ha fatti fondere in Cristo e poi ci ha fatti fondere nel corpo di Cristo ovvero la Sua chiesa.

Efesini 2.10 Noi infatti siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo.

Questo verso ci fa comprendere che Dio fin dalla fondazione del mondo ha preparato delle opere affinchè potessimo adempierle e questo è meraviglioso, ciò che dobbiamo comprendere e precisare è che Dio è con noi nelle buone opere ma non è con noi per le opere che facciamo. Le Sue opere ci danno la garanzia che Lui è con noi ma quando facciamo le cose in modo indipendente e ci ostiniamo a fare delle opere che non sono quelle che Dio ha stabilito, Lui non potrà essere con noi. Dio non solo ha strutturato il corpo ma ci ha anche resi parte di esso e questo protegge la nostra vita. Ognuno di noi è una parte importante del corpo ed abbiamo bisogno gli uni degli altri, per questo non dobbiamo vivere nella competizione. Vivere continuamente nella competizione con gli altri accende i riflettori solo sui difetti altrui e non sui propri e si inizia a giudicare con facilità tutto quello che gli altri fanno. Se proprio deve esserci una competizione deve essere con noi stessi e questo deve esortarci a fare un’introspezione, ad esaminarci e  lavorare su noi stessi affinchè possiamo migliorare.

II Corinzi 3.18 E noi tutti, contemplando a faccia scoperta, come in uno specchio, la gloria del Signore, siam trasformati nella stessa immagine, di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.

Il peggior nemico del nostro proposito non è il diavolo né la circostanza difficile che stiamo affrontando bensì noi stessi. Tante volte colpevolizziamo gli altri quando non vediamo il nostro proposito adempiersi ma in realtà dovremmo esaminare la nostra vita e specchiarci con la Parola di Dio. Contemplando la Parola e specchiandoci in essa inizieremo a vedere tutti quegli aspetti della nostra vita che devono cambiare e che non piacciono a Dio e sarà più facile iniziare a migliorarci anche nei dettagli più piccoli. La Parola di Dio porta in noi cambiamento, trasformazione e un miglioramento in ogni area della nostra vita. L’apostolo Paolo disse: “ non sono più io che vivo ma Cristo che vive in me”, come possiamo fare questo? Permettendo a Cristo di crescere in noi e facendo invece diminuire il nostro ”io”. Consentiamo quindi allo Spirito Santo di lavorare in noi.

Noi siamo i rappresentanti di Dio sulla terra, abbiamo un compito speciale ed importante e proprio per questo dobbiamo presentare Cristo come Egli è. Quando gli altri ci guardano devono vedere Cristo in noi.

II corinzi 1.22 egli ci ha pure segnati con il proprio sigillo e ha messo la caparra dello Spirito nei nostri cuori.

Dio ci ha strappati dalla morte, ci ha resuscitati in Cristo e ci ha fatti sedere con Lui.

Giovanni 4.36-38  Il mietitore riceve una ricompensa e raccoglie frutto per la vita eterna, affinché il seminatore e il mietitore si rallegrino insieme. 37 Poiché in questo è vero il detto: “L’uno semina e l’altro miete”. 38 Io vi ho mandati a mietere là dove voi non avete lavorato; altri hanno faticato, e voi siete subentrati nella loro fatica».

Gesù fece sapere ai discepoli che avevano un debito, quello di amarsi gli uni gli altri e di essere grati. Leggiamo nel verso sopra citato che colui che raccoglieva doveva essere riconoscente e grato verso colui che aveva seminato. Ed anche oggi noi stiamo raccogliendo il frutto di chi ha seminato prima di noi. Possiamo avere due attitudini verso chi ha seminato: disprezzo o gratitudine. Un cristiano deve essere sempre grato a Dio, non dimenticando mai da dove Dio lo ha tirato fuori. È bello potere mostrare gratitudine anche verso i nostri padri spirituali, verso le autorità che investono nella nostra vita, ci formano, ci consigliano e fanno sacrifici per ognuno di noi. Non dimentichiamoci del bene ricevuto,  preghiamo e benediciamo la vita di coloro che hanno investito tanto per noi. Chi vive nella competizione si lamenta di tutto e di tutti ma chi vive nella gratitudine è consapevole che anche coloro che li circondano sono un modo per permettere l’adempimento del proposito di Dio.

Oggi c’è una grande urgenza di predicare il vangelo, il ritorno di Gesù è vicino e Dio desidera farci raccogliere dove altri hanno seminato o dove magari abbiamo seminato anche noi.

Quattro passi per riconoscere il nostro ruolo e il ruolo degli altri nel corpo di Cristo:

  • Ogni capacità viene da Dio.

Giovanni 3.27 Giovanni rispose: «L’uomo non può ricevere nulla se non gli è dato dal cielo.

Le nostre capacità, doni o talenti, anche quelli naturali, vengono da Dio.

  • Soltanto credi. Noi non abbiamo fatto nulla per meritare i doni che abbiamo ricevuto, dobbiamo soltanto credere che Dio ce li ha dati. Riconosciamo con umiltà i doni che Dio ci ha dato, non dobbiamo essere orgogliosi né autocommiserarci ma con sobrietà ed umiltà essere consapevoli dei doni che ci sono nella nostra vita. Non possiamo e non dobbiamo vantarci dei doni perché non sono nostri ma di Dio infatti se viviamo nell’umiltà saranno gli altri a riconoscere i doni di Dio in noi.
  • Prega e abbi riconoscimento verso coloro che ti hanno aiutato a crescere. Dio desidera che ognuno possa prendere il proprio ruolo e fluire in esso ma prima di ogni cosa è necessario crescere. Preghiamo perché al tempo giusto vedremo l’adempimento del proposito.
  • Ringrazia sempre Dio e sviluppa la tua attività. Investiamo il nostro tempo con impegno, sacrificio e lavoriamo affinchè il talento possa svilupparsi. Togliamo la mentalità della mediocrità e della sufficienza e tendiamo invece all’eccellenza perché Dio è un Dio eccellente e dobbiamo onorarlo in questo modo. Se abbiamo ricevuto qualcosa da Dio iniziamo a sviluppare e trafficare quel dono senza sotterrarlo. Le nostre abilità senza l’unzione daranno un effetto naturale ma con l’unzione diventeranno un’arma soprannaturale.

Ricordiamoci che Dio non vuole soprammobili ma strumenti nelle sue mani. Facciamo ogni cosa con fedeltà,  perseveranza ed eccellenza e mettiamo a disposizione del corpo quello che Dio ci ha dato.

In conclusione non dimentichiamoci che noi siamo in Cristo e siamo seduti nei luoghi celesti insieme a Lui, questa è una posizione di onore e privilegio ma dobbiamo altresì collaborare per adempiere le opere che Dio ha precedentemente preparato per noi. Riconosciamo che ogni dono è frutto della sua grazia e viviamo con gratitudine verso Dio e verso le autorità che Lui ha posto nella nostra vita.