DIREZIONE TERRA PROMESSA 6 parte
UN INCONTRO SPECIALE E SOPRANNATURALE
Pastore Evangelista Heros Ingargiola
Esodo 19.4-6 “Voi avete visto quello che ho fatto agli Egiziani e come vi ho portato sopra ali d’aquila e vi ho condotti a me. 5 Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia; 6 e mi sarete un regno di sacerdoti, una nazione santa”. Queste sono le parole che dirai ai figli d’Israele».
Il popolo d’Israele dopo che venne liberato dalla schiavitù del Faraone ed uscì fuori dall’Egitto, si ritrovò a percorrere diverse tappe ma i figli d’Israele in qualunque posto si trovassero, erano sempre pronti a lamentarsi per qualsiasi cosa: per la mancanza di cibo, di acqua, perché avevano il Mar Rosso davanti e gli egiziani alle spalle, ogni cosa li spingeva alla lamentela. Dio nonostante tutto mostrò sempre un grande amore e in questo verso della scrittura leggiamo che Dio è deciso a sconvolgere questo popolo affinchè potesse smettere di vivere nella lamentela. Il popolo d’Israele non aveva compreso ciò che Dio voleva fare, il piano prezioso che aveva per farlo diventare luce tra le nazioni scegliendolo come il Suo particolare tesoro, perché la loro mente era ancora legata al passato e alla schiavitù.
Esodo 19.10-20 Allora il SIGNORE disse a Mosè: «Va’ dal popolo, santificalo oggi e domani; fa’ che si lavi le vesti. 11 Siano pronti per il terzo giorno; perché il terzo giorno il SIGNORE scenderà in presenza di tutto il popolo sul monte Sinai. 12 Tu fisserai tutto intorno dei limiti al popolo, e dirai: “Guardatevi dal salire sul monte o dal toccarne i fianchi. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte. 13 Nessuna mano dovrà toccare il colpevole: questo sarà lapidato o trafitto con frecce; animale o uomo che sia, non dovrà vivere!” Quando il corno suonerà a distesa, allora essi potranno salire sul monte». 14 E Mosè scese dal monte verso il popolo; santificò il popolo, e quelli si lavarono le vesti. 15 Mosè disse al popolo: «Siate pronti fra tre giorni; non avvicinatevi a donna». 16 Il terzo giorno, come fu mattino, ci furono tuoni, lampi, una fitta nuvola sul monte e si udì un fortissimo suono di tromba. Tutto il popolo che era nell’accampamento tremò. 17 Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento per condurlo a incontrare Dio; e si fermarono ai piedi del monte. 18 Il monte Sinai era tutto fumante, perché il SIGNORE vi era disceso in mezzo al fuoco; il fumo saliva come il fumo di una fornace, e tutto il monte tremava forte. 19 Il suono della tromba si faceva sempre più forte; Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce. 20 Il SIGNORE dunque scese sul monte Sinai, in vetta al monte; e il SIGNORE chiamò Mosè sulla vetta del monte, e Mosè vi salì.
Dio è interessato al Suo popolo, desidera rivelarsi alle loro vite e stabilisce delle regole affinchè il popolo inizi a cercarlo come Lui ha stabilito, era arrivato un tempo di santificazione. Dio ancora oggi ci chiama a vivere in santità e desidera che le nostre vesti possano essere purificate. Tutto quello che Dio ha stabilito per Israele si è adempiuto per la chiesa.
Il popolo non rinnovò la propria mente e così molti non entrarono nella terra promessa a causa della disubbidienza, della ribellione, dell’ostinatezza, della manca di fede, di santificazione e di rivelazione. Dio vuole fare cose straordinarie con le nostre vite ma ha bisogno che ci santifichiamo e che decidiamo di ascoltare la Sua voce ed ubbidirlo. Il popolo non ebbe rivelazione dell’amore di Dio e cadde nella paura. Dobbiamo precisare che c’è differenza tra paura e timore: la paura ci allontana da Dio ma il timore ci avvicina a Lui.
La presenza di Dio era sul monte Sinai, tutti lo stavano vedendo ma anziché avere rivelazione di chi Dio era, ebbero paura. La paura non ci fa intendere il piano di Dio e deforma il Suo pensiero per le nostre vite.
Ebrei 4.14-16 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.
Il nostro rapporto con Dio è diverso dal rapporto che il popolo d’Israele aveva, il cuore del popolo non era trasformato e per questo non potevano entrare alla presenza di Dio. Il nostro cuore è cambiato e possiamo accedere in piena libertà al trono della grazia di Dio perchè non siamo servi ma figli e nonostante loro fecero un’esperienza unica su quel monte, noi oggi possiamo fare un’esperienza ancora più forte perché non siamo sotto la legge ma nella grazia.
Il popolo perse l’opportunità di essere luce come Dio aveva stabilito e anche noi non dobbiamo lasciarci disorientare perché Dio ha stabilito che siamo luce affinchè possiamo rappresentarlo quindi è necessario santificarci e purificarci. Il velo che ci separava da Dio è stato squarciato, non c’è più una linea di demarcazione tra noi e Dio, siamo liberi di entrare alla Sua presenza senza condanna e senza accusa. Gesù ha dato la Sua vita, per questo possiamo avere un cuore nuovo. Dio desidera che cresciamo nell’intimità con Lui e che ogni giorno ubbidiamo alla Verità della Sua parola( I Pietro 1.22) affinchè le nostre vesti siano purificate, questa è una nostra responsabilità, non è qualcosa che deve fare Dio.
Quattro attitudini per sperimentare la Sua presenza ed avere un incontro con Dio:
- Umiltà. Essere sempre bisognosi di Dio.
Salmo 27.8 Il mio cuore mi dice da parte tua: «Cercate il mio volto!»
Io cerco il tuo volto, o SIGNORE.
Mosè desiderava sempre qualcosa di più di Dio, non si accontentava e non si stancava di cercare Dio ed ha sperimentato cose speciali, quanto più noi che siamo figli. Non dobbiamo correre il rischio di credere che sappiamo tutto, che non abbiamo più bisogno di crescere o di avere maggiore rivelazione di Dio ma ogni giorno dobbiamo avere una passione che arde nel nostro cuore, fame e sete della Sua presenza e della Sua parola. Un cristiano non può e non deve accontentarsi perché c’è di più!
- Una vita arresa, pura, consacrata. Dio vuole fare meraviglie nella nostra vita ma ha bisogno della nostra collaborazione, per questo dobbiamo santificarci. La grazia non annulla la legge, non annulla la Santità di Dio e nemmeno la santificazione ma anzi la rende possibile perché ci dà la forza per farlo. Se desideriamo vedere la gloria è necessario santificarci infatti la santità apre la porta per un livello di gloria maggiore. Dio è santo e cammina su ciò che è santo. Il popolo doveva santificarsi, appartarsi ed essere pronto fino al terzo giorno. Se abbiamo preso la scelta di santificarci, non dobbiamo permettere a nessuno di contaminarci.
Gesù sulla terra ha offerto la Sua vita come olocausto ma nei cieli ha presentato il Suo sangue come sommo sacerdote ed è in virtù di questo che noi possiamo entrare alla presenza di Dio.
- Dimorare in Dio. Dio desidera rivelarsi in modo più profondo ed intimo alla nostra vita. Il popolo rimase ai piedi del monte ma Mosè fu chiamato in cima. La consacrazione di Mosè, spinse Dio ad invitarlo ad una comunione più intima. Dimorare in Dio significa essere coscienti e rimanere nel luogo dove Dio risiede, essere coscienti della Sua presenza ogni giorno della nostra vita. Dio vuole comunicare con noi e renderci sensibili.
Esodo 19.17 Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento per condurlo a incontrare Dio; e si fermarono ai piedi del monte.
Mosè non tenne per sé ciò che sperimentava ma voleva che anche il popolo potesse sperimentarlo.
Ebrei 12.18-26 Voi non vi siete avvicinati al monte che si poteva toccare con mano, e che era avvolto nel fuoco, né all’oscurità, né alle tenebre, né alla tempesta, 19 né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tale che quanti l’udirono supplicarono che più non fosse loro rivolta altra parola; 20 perché non potevano sopportare quest’ordine: «Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata». 21 Tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo». 22 Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, 23 all’assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, 24 a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell’aspersione che parla meglio del sangue d’Abele.
25 Badate di non rifiutarvi d’ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d’ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo; 26 la cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa promessa: «Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo».
Il Sinai rappresenta la legge ma Sion la grazia. Vivere nella grazia non significa fare tutto ciò che si vuole ma ci dà la forza per non fare ciò che dispiace a Dio.
Il popolo cadde nella paura ma i figli camminano nel timore di Dio.
È un tempo in cui tutto si sta scuotendo attorno a noi perché il ritorno di Gesù è vicino e per questo dobbiamo camminare con l’attitudine corretta, stare in intimità con Lui e cercarlo.
Alcune differenze tra il monte Sinai e il monte Sion.
Monte Sinai era segnato dalla paura
Monte Sion è un luogo di timore e d’amore.
Monte Sinai: fu permesso soltanto a Mosè di avvicinarsi.
Monte Sion: un innumerevole compagnia può avvicinarsi alla presenza di Dio.
Monte Sinai era caratterizzato da uomini colpevoli.
Monte Sion è caratterizzato da uomini resi perfetti dal sangue di Gesù.
Monte Sinai. In questo monte Mosè era il mediatore.
Monte Sion. Qui Gesù è il mediatore.
Monte Sinai è incentrato sulla legge.
Monte Sion è incentrato sulla grazia.
Il sangue di Gesù dichiara cose migliori per la nostra vita. Siamo in un patto migliore, in una dispensazione migliore.
Monte Sinai è la porta di un’antica alleanza.
Monte Sion è la porta di una nuova alleanza.
Il sangue di Gesù è stato offerto sulla terra ma parla nei cieli perché tutto ciò che nasce da Dio, nasce nei cieli e si manifesta sulla terra.
- Avere l’attitudine di Mosè. Mosè desiderava che anche il popolo potesse fare quell’esperienza forte con Dio e così noi non dobbiamo tenere per noi ciò che abbiamo ricevuto ma dobbiamo farlo conoscere a tutti il grande ed immenso amore di Dio e quanto Lui voglia rivelarsi nella vita di ogni persona.
L’incontro speciale e soprannaturale che ebbe con Dio il popolo è l’incontro che possiamo avere noi ogni giorno in virtù della grazia e del sacrificio che Cristo ha fatto. Santifichiamoci e purifichiamoci perché Dio è pronto a fare meraviglie!!!