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Worship service 20.12.2020

ASPETTARE LA VISITAZIONE DI DIO

Pastore Heros Ingargiola

LAMENTAZIONI 3:22,26 è una grazia del SIGNORE che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite; 23 si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà! 24 «Il SIGNORE è la mia parte», io dico, «perciò spererò in lui». 25 Il SIGNORE è buono con quelli che sperano in lui, con chi lo cerca. 26 È bene aspettare in silenzio la salvezza del SIGNORE.

Anche se l’amore di uomo o di una donna può finire, l’amore di Dio non finisce mai per noi, anzi le Sue compassioni si rinnovano ogni giorno. Dio non è stanco di amarci e ci ama di un amore nuovo ogni giorno!

Siamo nel processo ma sappiamo che i più grandi risvegli vengono fuori dalle calamità e dalla cenere. Il profeta Geremia, lo scrittore di questi versi, dichiara la fedeltà di Dio mentre era in cattività. Questa è una chiave per noi durante il processo: ricordiamo che Lui è stato fedele e buono nelle prove in cui ci siamo trovati! Non aspettiamo di vedere il risultato del miracolo per dichiarare gli attributi di Dio.

Il profeta aggiunge di aspettare in silenzio. Viviamo in un’epoca frenetica ma noi non dobbiamo conformarci con questa società. Il Regno di Dio non è soggetto all’influenza del mondo e il Signore ci dice di fermarci e non fare passi in più. Tutte le promesse di Dio si ricevono non solo per fede ma anche per pazienza. C’è differenza tra speranza e attesa. Molti pregano e hanno speranza per le loro promesse ma hanno perso il senso dell’attesa. La speranza nasce da una parola di Dio che abbiamo ricevuto, ma l’attesa o la pazienza fa parte del frutto dello spirito rigenerato. Chi sa attendere ha la quiete dentro di sé. Se viviamo nell’inquietudine, Dio non potrà parlarci né compiere ciò che ci ha promesso. Quando i discepoli si trovavano nella tempesta insieme a Gesù, erano presi da grande paura ma Gesù dormiva perché l’inquietudine non entrò in Lui.

LUCA 2:25, 26 Or ecco, vi era a Gerusalemme un uomo chiamato Simeone; quest’uomo era giusto e pio e aspettava la consolazione d’Israele; e lo Spirito Santo era su di lui. 26 E gli era stato divinamente rivelato dallo Spirito Santo, che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore.

Il nome Simeone significa “ascoltare”: molti credenti non ascoltano più a causa della loro frenesia. Lo spirito della città a volte ci tocca e rende le nostre anime turbolente affinché non riescano più ad ascoltare.

LUCA 2:27, 32 Egli dunque, mosso dallo Spirito, venne nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù, per fare a suo riguardo quanto prescriveva la legge, 28 egli lo prese tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: 29 «Ora, Signore, lascia che il tuo servo muoia in pace secondo la tua parola, 30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza 31 che tu hai preparato davanti a tutti i popoli; 32 luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».

Simeone non si è fatto rubare dalla mancanza di attesa quello che Dio gli aveva promesso. Dobbiamo crescere nell’attesa, il Signore sta lavorando in noi per renderci pronti per il risveglio!

Ad ogni visitazione c’è una rivelazione e ad ogni rivelazione c’è una dichiarazione. Ecco 7 attitudini per sperimentare la visitazione di Dio: essere bisognosi di Dio, vivere una vita arresa e pura, dimorare e essere assetati della sua presenza, corretta attitudine di fede, dimorare nel corpo di Cristo, restaurare l’altare e i modelli di Dio, rimanere in attesa della visitazione di Dio.

EBREI 11:32,34 E che dirò di più? Infatti mi mancherebbe il tempo se volessi raccontare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti, 33 i quali per fede vinsero regni, praticarono la giustizia, conseguirono le promesse, turarono le gole dei leoni, 34 spensero la forza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trassero forza dalla debolezza, divennero forti in guerra, misero in fuga gli eserciti stranieri.

Tutti i campioni della fede per vivere il proposito che Dio ha avuto per loro non si sono adeguati e accomodati ma hanno scelto di essere dei combattenti con la pace nell’anima. Uno di questi fu Sansone. Spesso pensiamo alla sua fine e la vediamo come un fallimento ma Dio gli dà l’onore di essere messo tra i campioni della fede. Dobbiamo comprendere che un’anima non rinnovata produce un giudizio e fa perdere il senso delle cose di Dio. Se invece guardiamo con gli occhi dello spirito, Dio ci dà rivelazione. Infatti il Signore vede Sansone come un uomo che ha fatto un patto con Lui. Non dobbiamo essere perfetti per entrare nella grazia di Dio, anche se è attraverso questa che Egli ci rende perfetti in Cristo.

Per ogni stagione Dio ha bisogno di un uomo. Mosè era un liberatore ma Giosuè, che prese il suo posto, era un conquistatore. Dopo Giosuè, forse a causa di mancanza di successori preparati, il popolo fece ciò che era male agli occhi del Signore.

GIUDICI 13:1,5 I figli d’Israele continuarono a fare ciò che era male agli occhi del SIGNORE e il SIGNORE li diede nelle mani dei Filistei per quarant’anni. 2 C’era un uomo di Sorea, della famiglia dei Daniti, di nome Manoà; sua moglie era sterile e non aveva figli. 3 L’angelo del SIGNORE apparve alla donna, e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai figli; ma concepirai e partorirai un figlio. 4 Ora guardati dunque dal bere vino o bevanda alcolica e non mangiare nulla di impuro. 5 Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla testa del quale non passerà rasoio, perché il bambino sarà un nazireo, consacrato a Dio dal seno di sua madre, e sarà lui che comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei».

La loro malvagità li portava a subire la malvagità che loro stessi stavano seminando. Così Dio mandò un angelo nella città di Sorea, nome che significa “vespe, api” le quali portano inquietudine. Ma Dio scelse in questa città un uomo il cui nome significa “riposo”. Con una dichiarazione del Cielo Dio cambia la realtà della donna sterile e le dà un comando. Quando Dio parla è già compiuto perché Egli parla nell’eternità. La donna però aveva un compito importante. Allo stesso modo non ci sarà la nascita del risveglio se prima la chiesa non si asterrà da ciò che è impuro.

GIUDICI 13:6,7 La donna andò a dire a suo marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l’aspetto di un angelo di Dio: un aspetto davvero tremendo. Io non gli ho domandato da dove veniva, ed egli non mi ha detto il suo nome; 7 ma mi ha detto: “Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere né vino né bevanda alcolica e non mangiare niente di impuro, perché il bambino sarà un nazireo, consacrato a Dio dal seno di sua madre e fino al giorno della sua morte”».

Quello che lei riferì a suo marito non erano le parole dell’angelo perché egli non aveva parlato di morte. Ecco, lei aperse una breccia per la morte di Sansone. Stiamo attenti quando arriva la visitazione di Dio a non reinterpretare quello che Egli dice. Se quando arriva la visitazione nelle nostre anime c’è inquietudine, noi faremo dichiarazioni che non sono perfette perché le reinterpreteremo.

GIUDICI 13:8,18 Allora Manoà supplicò il SIGNORE e disse: «Signore, ti prego che l’uomo di Dio che ci avevi mandato torni di nuovo a noi e ci insegni quello che dobbiamo fare per il bambino che nascerà». 9 Dio esaudì la preghiera di Manoà; e l’angelo di Dio tornò ancora dalla donna, che era seduta nel campo; ma Manoà, suo marito, non era con lei. 10 La donna corse in fretta a informare suo marito e gli disse: «Ecco, quell’uomo che venne da me l’altro giorno mi è apparso». 11 Manoà si alzò, andò dietro a sua moglie e, raggiunto quell’uomo, gli disse: «Sei tu che parlasti a questa donna?» E quegli rispose: «Sono io». 12 E Manoà: «Quando la tua parola si sarà avverata, quale norma si dovrà seguire per il bambino? Che cosa si dovrà fare per lui?» 13 L’angelo del SIGNORE rispose a Manoà: «Si astenga la donna da tutto quello che le ho detto. 14 Non mangi nessun prodotto della vigna, né beva vino o bevanda alcolica, e non mangi niente d’impuro; osservi tutto quello che le ho comandato». 15 Manoà disse all’angelo del SIGNORE: «Ti prego, permettici di trattenerti e di prepararti un capretto!» 16 L’angelo del SIGNORE rispose a Manoà: «Anche se tu mi trattenessi non mangerei del tuo cibo; ma, se vuoi fare un olocausto, offrilo al SIGNORE». Manoà non sapeva che quello fosse l’angelo del SIGNORE. 17 Poi Manoà disse all’angelo del SIGNORE: «Qual è il tuo nome, affinché, quando si saranno adempiute le tue parole, noi ti rendiamo onore?» 18 L’angelo del SIGNORE gli rispose: «Perché mi chiedi il mio nome? Esso è meraviglioso».

Dio sta preparando qualcosa ma è fondamentale che noi come la madre di Sansone ci asteniamo e camminiamo nella purificazione. Il risveglio nascerà come un parto. Manoà. affamato di Dio, chiese di essere ammaestrato. Siamo pronti ad essere preparati per il risveglio? Spesso il risveglio inizia ma il problema è mantenerlo e non fare di testa propria. Quando la Chiesa riposa comincia a prendersi cura degli altri e non più di se stessa. La visitazione è nella casa, la casa di Dio, ma la rivelazione è nei campi, il mondo. Dobbiamo collaborare con Dio purificando le nostre anime.

EBREI 6:12,15 affinché non diventiate indolenti, ma siate imitatori di quelli che per fede e pazienza ereditano le promesse. 13 Infatti, quando Dio fece la promessa ad Abraamo, siccome non poteva giurare per qualcuno maggiore di lui, giurò per se stesso, 14 dicendo: «Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente». 15 Così, avendo aspettato con pazienza, Abraamo vide realizzarsi la promessa.

La fede senza la pazienza non ci farà ereditare nulla. Deve crescere in noi la parte del frutto dello spirito che si chiama pazienza. Fortifichiamo il nostro spirito affinché questo educhi la nostra anima ad aspettare il tempo di Dio.