IL DECRETO DI ELIA E L’UBBIDIENZA DELLA VEDOVA
Pastore Evangelista Heros Ingargiola
Giovanni 8.18-19 – 18 Or sono io a testimoniare di me stesso, e anche il Padre che mi ha mandato testimonia di me». 19 Essi perciò gli dissero: «Dov’è tuo Padre?» Gesù rispose: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio.
Gesù è la Parola di Dio fatta carne, Lui è la luce del mondo.
La grazia di Dio mette a disposizione le risorse del cielo affinché possiamo afferrare con la fede le promesse che Dio ha preparato per ciascuno di noi. I religiosi non credevano che Gesù fosse il Messia, per questo leggiamo in questi versi che Gesù ha dovuto affermare che il Padre lo approvava. Alla croce tutto è stato compiuto, per questo abbiamo bisogno di crescere nella fede affinchè possiamo afferrare e realizzare ciò che è stato preparato per noi.
Marco 3.13-14 – 13 Poi Gesù salì sul monte e chiamò a sé quelli che egli volle, ed essi andarono da lui. 14 Ne costituì dodici per tenerli con sé 15 e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni.
Gesù ha scelto ognuno di noi ed ha stabilito un proposito ma l’adempimento di esso non dipenderà dal servizio che svolgeremo ma dalla relazione che abbiamo con Lui. La prima cosa che Dio stabilisce con i suoi discepoli è la relazione infatti “ li chiamo a sé”. Non può esserci un buon servizio se prima non c’è una buona relazione. Il servizio che Dio ha stabilito per ciascuno di noi serve per benedire coloro che ci circondano, ricordiamo che ognuno di noi ha ricevuto almeno un dono da potere mettere a disposizione e che, altresì, tutti abbiamo ricevuto una chiamata a servire la chiesa.
I Re 17.1-10 – 1 Elia, il Tisbita, uno di quelli che si erano stabiliti in Galaad, disse ad Acab: «Com’è vero che vive il SIGNORE, Dio d’Israele, che io servo, non ci sarà né rugiada né pioggia in questi anni, se non alla mia parola». 2 La parola del SIGNORE gli fu rivolta in questi termini: 3 «Parti di qua, va’ verso oriente, e nasconditi presso il torrente Cherit, che è di fronte al Giordano. 4 Tu berrai al torrente, e io ho comandato ai corvi che là ti diano da mangiare». 5 Egli dunque partì, e fece secondo la parola del SIGNORE; andò e si stabilì presso il torrente Cherit, che è di fronte al Giordano. 6 E i corvi gli portavano del pane e della carne la mattina, e del pane e della carne la sera; e beveva al torrente. 7 Ma di lì a qualche tempo il torrente rimase asciutto, perché non pioveva sul paese.8 Allora la parola del SIGNORE gli fu rivolta in questi termini: 9 «Alzati, va’ ad abitare a Sarepta dei Sidoni; io ho ordinato a una vedova di laggiù che ti dia da mangiare». 10 Egli dunque si alzò, e andò a Sarepta;
Il profeta Elia, chiamato il Tisbita, sapeva ascoltare la voce di Dio e questo è un requisito fondamentale se desideriamo servire Dio e vedere realizzate le Sue promesse. Il profeta Elia era stato scelto da Dio e mandato al popolo d’Israele affinché esso potesse ritornare a Dio infatti il popolo si era rivolto agli idoli. Elia ubbidì alla voce di Dio e si nascose nel torrente e i corvi gli portavano in modo soprannaturale il cibo. Quando ubbidiamo al Signore il soprannaturale sarà una conseguenza. La volontà di Dio può essere fatta nello spirito e non nella carne. Il cammino del credente è costituito da step, da livelli e questo è quello che vediamo in questo episodio della scrittura: prima Elia fece un decreto al re, poi il Signore gli disse di nascondersi e dopo il torrente si asciugò. A volte vediamo che le circostanze attorno a noi diventano sterili anche se Dio ha parlato ma questo non deve spingerci ad agire in modo indipendente, al contrario dobbiamo aspettare con fiducia.
Il primo decreto stabilisce una stagione nel popolo d’Israele e lì Dio lavora attraverso il dono del profeta e poi arriva il tempo in cui Dio lavora nel carattere del profeta Elia, dicendogli che era un tempo di attesa, di stare alla Sua presenza e Dio si sarebbe preso cura di lui.
I Re 17.10-16 – 10 Egli dunque si alzò, e andò a Sarepta; e, quando giunse alla porta della città, c’era una donna vedova, che raccoglieva legna. Egli la chiamò, e le disse: «Ti prego, vammi a cercare un po’ d’acqua in un vaso, affinché io beva». 11 E mentre lei andava a prenderla, egli le gridò dietro: «Portami, ti prego, anche un pezzo di pane». 12 Lei rispose: «Com’è vero che vive il SIGNORE, il tuo Dio, del pane non ne ho; ho solo un pugno di farina in un vaso, e un po’ d’olio in un vasetto; ed ecco, sto raccogliendo due rami secchi per andare a cuocerla per me e per mio figlio; la mangeremo, e poi moriremo». 13 Elia le disse: «Non temere; va’ e fa’ come hai detto; ma fanne prima una piccola focaccia per me, e portamela; poi ne farai per te e per tuo figlio. 14 Infatti così dice il SIGNORE, Dio d’Israele: “La farina nel vaso non si esaurirà e l’olio nel vasetto non calerà, fino al giorno che il SIGNORE manderà la pioggia sulla terra”». 15 Quella andò e fece come Elia le aveva detto; lei, la sua famiglia ed Elia ebbero di che mangiare per molto tempo. 16 La farina nel vaso non si esaurì, e l’olio nel vasetto non calò, secondo la parola che il SIGNORE aveva pronunciata per bocca d’Elia.
Nell’altro step Dio mandò Elia da una vedova e lì il profeta fece un secondo decreto. L’ubbidienza della vedova ha stabilito la benedizione di Dio. La donna era libera di fare come voleva o ascoltare ciò che il profeta le aveva detto. Quando mettiamo Dio al primo posto, ubbidiamo e mettiamo quindi le giuste priorità nella nostra vita, Dio si prenderà cura di noi. Dio ha decretato la Sua Parola attraverso la bocca del profeta. Bisogna ascoltare ed ubbidire alla voce di Dio che parla attraverso i suoi unti e ciò permetterà alla benedizione di arrivare nella nostra vita.
La richiesta che fece il profeta alla vedova può sembra egoista ma dietro quella richiesta Dio stava permettendo alla vedova di mettere in atto un principio biblico, ovvero mettere prima di ogni cosa il regno di Dio affinché tutto il resto venga sopraggiunto.
Dio è l’eterno e parla nell’eternità e condusse il profeta passo dopo passo per realizzare la Sua volontà.
Ci sono tre tipi di volontà di Dio:
1. Volontà direttiva. Volontà concessa agli uomini per realizzarla e si manifesta attraverso gli uomini di Dio.
2. Volontà permissiva. Dio fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. È una volontà nella pazienza di Dio, dove Lui si aspetta che i Suoi figli possano cercare la Sua volontà.
3. Volontà sovrana, decretata, invasiva. Dio ha già decretato ciò che è stabilito e nessuno può impedire questo, per esempio un giorno Gesù tornerà e questa è la sovrana volontà di Dio.
La vedova permise alla benedizione di arrivare nella sua casa grazie alla sua ubbidienza, riconobbe che il profeta era l’uomo di Dio e preparò la focaccia per lui. Dobbiamo imparare ad essere ubbidienti già nelle piccole cose se vogliamo vedere dei miracoli. Dopo essere stati benedetti ed avere visto quel miracolo, si aprì una nuova stagione. Nel secondo incontro con il profeta, la donna credeva che egli doveva dirle qualcosa di negativo a motivo dei peccati del passato ma in realtà era venuto per portare un’altra benedizione.
I Re 17.17-24 – 17 Dopo queste cose, il figlio di quella donna, che era la padrona di casa, si ammalò; e la sua malattia fu così grave, che egli cessò di respirare. 18 Allora la donna disse a Elia: «Che ho da fare con te, o uomo di Dio? Sei forse venuto da me per rinnovare il ricordo delle mie iniquità e far morire mio figlio?» Egli le rispose: «Dammi tuo figlio». Lo prese dalle braccia di lei; lo portò su nella camera di sopra, dove egli alloggiava, e lo coricò sul suo letto. 20 Poi invocò il SIGNORE, e disse: «SIGNORE mio Dio, colpisci di sventura anche questa vedova, della quale io sono ospite, facendole morire il figlio?» 21 Si distese quindi tre volte sul bambino e invocò il SIGNORE, e disse: «SIGNORE, mio Dio, torni, ti prego, l’anima di questo bambino in lui!» 22 Il SIGNORE esaudì la voce d’Elia: l’anima del bambino tornò in lui, ed egli visse. Elia prese il bambino dalla camera di sopra e lo portò al pian terreno della casa, e lo restituì a sua madre, dicendole: «Guarda! tuo figlio è vivo». 24 Allora la donna disse a Elia: «Ora riconosco che tu sei un uomo di Dio, e che la parola del SIGNORE, che è nella tua bocca, è verità».
Dobbiamo dare a Dio tutto ciò che vogliamo tenere stretto, ciò che per noi è caro se vogliamo che questo possa prendere vita. Quando siamo nella perfetta volontà di Dio e stiamo camminando in ubbidienza, le nostre preghiere vengono esaudite, Dio infatti esaudì Elia e il bambino tornò in vita. L’ubbidienza della vedova permise al bambino di essere salvato per due volte.
Luca 9.51-53 – 51 Poi, mentre si avvicinava il tempo in cui sarebbe stato tolto dal mondo, Gesù si mise risolutamente in cammino per andare a Gerusalemme. Mandò davanti a sé dei messaggeri, i quali, partiti, entrarono in un villaggio dei Samaritani per preparargli un alloggio. 53 Ma quelli non lo ricevettero perché era diretto verso Gerusalemme.
Tante persone come la vedova riconoscono Dio e i suoi unti ma tante altre persone come i samaritani non lo riconoscono e non lo apprezzano.
L’ubbidienza apre la porta alla benedizione e alla qualità della vita di Dio nella nostra vita. Ci sono due elementi importanti da ricordare: Dio deve essere al primo posto nel nostro cuore e la relazione con Lui deve essere prioritaria a tutte le altre relazioni.
Genesi 49.22 – 22 Giuseppe è un albero fruttifero; un albero fruttifero vicino a una sorgente; i suoi rami si stendono sopra il muro. 23 Gli arcieri lo hanno provocato,
gli hanno lanciato frecce, lo hanno perseguitato, 24 ma il suo arco è rimasto saldo; le sue braccia e le sue mani sono state rinforzate dalle mani del Potente di Giacobbe,
da colui che è il pastore e la roccia d’Israele, 25 dal Dio di tuo padre che ti aiuterà e dall’Altissimo che ti benedirà con benedizioni del cielo di sopra, con benedizioni dell’abisso che giace di sotto, con benedizioni delle mammelle e del grembo materno. 26 Le benedizioni di tuo padre sorpassano le benedizioni dei miei progenitori, fino a raggiungere la cima delle colline eterne. Esse saranno sul capo di Giuseppe, sulla fronte del principe dei suoi fratelli.
Scegliamo di camminare nell’ubbidienza affinché il proposito si realizzi e la benedizione di Dio possa arrivare nella nostra vita, nella nostra famiglia e in ogni cosa che Dio ci ha donato.