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Worship service 13.05.2018

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I DONI DI FUNZIONE NEL CORPO DI CRISTO 3^ parte

Past.Evangelista Heros Ingargiola

Dio ha distribuito a ciascuno dei suoi figli dei doni e desidera che possiamo trafficarli affinchè la chiesa possa crescere e il regno di Dio possa avanzare.

La chiesa di Cristo deve avere due aspetti fondamentali per permettere ai doni funzionali di lavorare per l’ultilità comune, il primo aspetto è imparare a collaborare con lo Spirito Santo.

Esodo 17.1-7 Poi tutta l’assemblea dei figli d’Israele partì dal deserto di Sin, marciando a tappe secondo gli ordini dell’Eterno, e si accampò a Redifim. Ma non c’era acqua da bere per il popolo. Allora il popolo contese con Mosè e disse: «Dacci dell’acqua da bere». Mosè rispose loro: «Perché contendete con me? Perché tentate l’Eterno?». Là il popolo ebbe sete di acqua e mormorò contro Mosè, dicendo: «Perché ci hai fatti salire dall’Egitto per farci morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». Così Mosè gridò all’Eterno, dicendo: «Che farò io per questo popolo? Ancora un po’ ed essi mi lapideranno». L’Eterno disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te degli anziani d’Israele; prendi anche nella tua mano il tuo bastone col quale percuotesti il fiume, e va’. Ecco, io starò davanti a te, là sulla roccia in Horeb; tu percuoterai la roccia, ne scaturirà dell’acqua e il popolo berrà». Mosè fece così davanti agli occhi degli anziani d’Israele. Perciò chiamò quel luogo Massa e Meriba a motivo della contesa dei figli d’Israele, e perché avevano tentato l’Eterno, dicendo: «È l’Eterno in mezzo a noi, o no?».

Da questo episodio della Scrittura impariamo che tante volte Dio ci parla e ci guida ma noi non comprendiamo ciò che Lui sta facendo e così iniziamo a mormorare e a contendere contro Dio e così fece il popolo d’Israele. Apparentemente sembra che Dio avesse fatto sostare il popolo in un posto sbagliato e nel momento sbagliato ma in realtà li aveva condotti a Redifim, che significa riposo, quindi l’unico motivo per cui il popolo non riposava è perchè stava dipendendo dalle

circostanze piuttosto che da Dio. L’insegnamento che dobbiamo trarre è che se Dio ci ha messi in un posto, anche se non lo comprendiamo, è proprio perchè desidera compiere un miracolo. Noi possiamo entrare nel riposo solo attraverso la fede infatti non dobbiamo arrenderci di fronte le difficoltà ma dobbiamo perseverare nella fede senza mormorare contro tutto e tutti. Non possiamo attribuire a Dio le difficoltà che stiamo affrontando perchè Lui non ha nessuna responsabilità ma c’è una volontà permissiva di Dio che permette le prove affinchè possiamo imparare a dipendere da Lui e non da noi stessi.

Il secondo aspetto è imparare a collaborare tra di noi.

Esodo 17.8-16 Allora venne Amalek a combattere contro Israele a Refidim. E Mosè disse a Giosuè:

«Scegli per noi degli uomini ed esci a combattere contro Amalek; domani io starò sulla vetta del colle col bastone di DIO in mano». Giosuè fece come Mosè gli aveva detto e combattè contro Amalek, mentre Mosè, Aaronne e Hur salirono sulla vetta del colle. Or avvenne che, quando Mosè alzava la sua mano, Israele vinceva; quando invece abbassava la sua mano, vinceva Amalek. Ma le mani di Mosè si erano fatte pesanti, così essi presero una pietra e gliela posero sotto, ed egli vi sedette sopra mentre Aaronne e Hur sostenevano le sue mani, l’uno da una parte, l’altro dall’altra; così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Perciò Giosué sconfisse Amalek e la sua gente, passandoli a fil di spada. Poi l’Eterno disse a Mosè: «Scrivi questo fatto in un libro, perché

se ne conservi il ricordo, e fa’ sapere a Giosuè che io cancellerò interamente di sotto al cielo la memoria di Amalek». Mosè costruì quindi un altare, al quale pose nome: «L’Eterno è la mia bandiera»; e disse: «La mano è stata alzata contro il trono dell’Eterno, e l’Eterno farà guerra ad Amalek di generazione in generazione».

Dopo il problema dell’acqua si presentò Amalek, il primo popolo nemico, contro il popolo d’Israele. Se desideriamo vincere le nostre battaglie non dobbiamo isolarci ma dobbiamo sostenerci gli uni

con gli altri; nell’unità e svolgendo il ruolo che Dio ci ha affidato vederemo la vittoria. Giosuè aveva un ruolo ben preciso e scese in battaglia insieme a dieci uomini, la loro vittoria fu determinata da

Dio anche se erano in minoranza. Tutte le volte che le mani di Mosè erano tenute in alto da Aronne

e Ur( ciò rapprenta unità nella preghiera) il popolo vinceva. Ognuno svolse il proprio compito senza

prendere quello dell’altro e questo determinò la vittoria.

Dio ha distribuito i doni alla chiesa per fare vedere la Sua gloria. Dobbiamo comprendere che ogni compito che Dio ci affidato è importante per questo non dobbiamo relazionarci con gli altri con competizione ma con collaborazione.

I Corinzi 12.7 Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune.

Quando i doni non si manifestano non ci sarà utilità per la comunità, per questo dobbiamo avere consapevolezza dei doni che Dio ci ha dato e trafficarli. I doni di funzione sono: dono profetico, di servizio o diaconia, insegnamento, esortazione, dare e misericordia.

Analizziamo il dono funzionale d’insegnamento.

Luca 4.32 Ed essi stupivano del suo insegnamento, perché la sua parola era con autorità. Chi ha questo dono:

risponde sempre con la Parola di Dio; trova sempre il supporto biblico; ha un forte desiderio di ricercare; qualunque cosa svolge ha sempre l’inclinazione ad insegnare; crede che l’insegnamento sia prioritario per la chiesa, ma in realtà tutti i doni sono importanti;  insegna sempre, sta attento all’impostazione, tende all’esegesi.

Galati 2.11-14 quando Pietro venne in Antiochia, io gli resistei in faccia, perché era da riprendere. Infatti prima che venissero alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava con i gentili; ma quando giunsero quelli, egli si ritirò e si separò, temendo quelli della circoncisione. E anche gli altri Giudei fingevano assieme a lui, tanto che anche Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia. Ma quando io vidi che non camminavano rettamente secondo la verità dell’evangelo, dissi a Pietro in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi alla gentile e non alla giudaica, perché costringi i gentili a giudaizzare?».

Paolo riprese Pietro perchè nonostante avesse conosciuto la grazia continuava a vivere nella legge. Chi ha questo dono è soddisfatto quando cerca e quando trova; si diletta nella validità della Verità;

odia vedere usare i versi fuori dal contesto.

Dono funzionale di esortazione. Chi ha questo dono:

è un consigliere, prende difesa delle persone, incoraggia il progresso delle persone e li incoraggia ad andare verso l’eccellenza, ama essere amato dalle persone, si occupa di fare affrontare le situazioni delle persone conducendoli da una situazione normale ad una situazione eccezionale, desidera che

la Parola diventi esperienza in coloro che li ascolta; studia la soluzione del problema e consiglia come potere fare al contrario dell’insegnante che dice come stanno le cose dal punto di vista di Dio e studia il problema, ha abilità a mostrare come le difficoltà sono utili per la crescita; gioisce nel fare le consulenze.

I Tessalonicesi 4.1 Per il resto dunque, fratelli, vi preghiamo ed esortiamo nel Signore Gesù che, come avete ricevuto da noi in quale modo vi conviene camminare per piacere a Dio, abbondiate molto più in questo.

Paolo esorta la chiesa ad andare avanti.

I Tessalonicesi 2.11-12 E sapete anche che, come fa un padre verso i suoi figli, noi abbiamo esortato, consolato e scongiurato ciascuno di voi, a camminare in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e gloria.

Esortazione a camminare in modo diligente secondo Dio.

Ebrei 12.3-6 Ora considerate colui che sopportò una tale opposizione contro di sé da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate e veniate meno. Voi non avete ancora resistito fino al sangue, combattendo contro il peccato, e avete dimenticato l’esortazione che si rivolge a voi come a figli:

«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non perderti d’animo quando sei da lui

ripreso,perché il Signore corregge chi ama e flagella ogni figlio che gradisce».

Dobbiamo accettare le correzioni perchè esse sono una manifestazione dell’amore che Dio ha verso di noi.

Atti 11.23 Quando egli giunse, vista la grazia di Dio, si rallegrò e esortava tutti a rimanere fedeli al

Signore con fermo proponimento di cuore.

Chi esorta porta conolazione, forza, speranza e incoraggia a tornare a sognare.

Dono funzionale del dare. Giovanni 3.16 Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Chi il dono del dare: è un bisogno spirituale, cerca di dare il meglio con eccellenza e non il superfluo;

Luca 21.1-4  Poi Gesù alzò gli occhi e vide i ricchi che gettavano i loro doni nella cassa del tesoro, e vide anche una povera vedova che vi gettava due spiccioli, e disse: «In verità io vi dico che

questa povera vedova ha gettato più di tutti gli altri. Tutti costoro infatti hanno gettato nelle offerte per la casa di Dio del loro superfluo, ma costei vi ha gettato nella sua povertà tutto quello che aveva per vivere».

La donna menzionata in questo episodio diede tutto ciò che aveva, quindi fece un’offerta di qualità al contrario di tutti gli altri che diedero il superfluo.

Analizziamo ancora che chi ha questo dono è radicato al valore e al bisogno del denaro ed ha la capacità di gestirlo. Atti 20.35 In ogni cosa vi ho mostrato che affaticandosi in questo modo ci conviene sostenere gli infermi e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse: “C’è maggior felicità nel dare che nel ricevere!”».

Quando dà è felice Proverbi 21.26 Egli desidera ardentemente tutto il giorno, ma il giusto dona senza mai rifiutare.

Non ha bisogno che vengono fatti appelli per dare; sembra che manovri i ministeri; tratta con larghe somme di denaro e sembra che siano concentrati solo su di esso, ma non è così; è consapevole che l’unica ricompensa procede da Dio; tratta generosamente anche gli altri.

Analizziamo due esempi biblici che hanno il dono del dare:

Abramo. Egli diede suo figlio perchè sapeva che Dio era potente da poterlo resuscitare. Genesi 13.2 Abramo era molto ricco di bestiame, di argento e di oro.

L’azione che fece Abramo mettendo suo figlio sull’altare  permise legalmente a Dio di dare il suo unigenito figlio Gesù. Quando diamo a Dio e alla chiesa non solo economicamente ma dando la nostra vita permettiamo a Dio di intervenire e di poterci benedire. Il dare è un’azione di fede.

Cornelio. Egli era un centurione romano ed era fuori dal patto ma Dio aveva messo in Lui il dono funzionale del dare.

Atti 10.1-2 Or vi era in Cesarea un certo uomo di nome Cornelio, centurione della coorte, detta Italica; egli era un uomo pio e timorato di Dio con tutta la sua casa, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del continuo.

Nel corpo di Cristo dobbiamo collaborare, anche Gesù quando si trovò nel Getsemani ebbe bisogno del supporto dei discepoli in preghiera ma essi non erano pronti e si addormentarono. Per adempiere la volontà di Dio abbiamo bisogno del supporto degli altri. Dio sta cercando discepoli che collaborino e che mettano a disposizione della chiesa i doni che Lui ha dato, quindi iniziamo a funzionare nel nostro ruolo e permetteremo così all’opera di Dio di avanzare.