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Worship service 10.05.2020

DIREZIONE TERRA PROMESSA 4 parte

UN POPOLO SCELTO, UN TESORO PARTICOLARE

Pastore Evangelista Heros Ingargiola

Esodo 16.6-8  Mosè e Aaronne dissero a tutti i figli d’Israele: «Questa sera voi conoscerete che il SIGNORE è colui che vi ha fatti uscire dal paese d’Egitto. 7 Domattina vedrete la gloria del SIGNORE, poiché egli ha udito i vostri mormorii contro il SIGNORE. Quanto a noi, che cosa siamo perché mormoriate contro di noi?» 8 E Mosè disse: «Vedrete la gloria del SIGNORE quando stasera egli vi darà carne da mangiare e domattina pane a sazietà; perché il SIGNORE ha udito le lagnanze che voi mormorate contro di lui. Noi infatti, che cosa siamo? I vostri mormorii non sono contro di noi, ma contro il SIGNORE».

Il popolo d’Israele dopo essere stato ad Elim, un luogo di ristoro in cui c’erano sorgenti d’acqua e palme, si rimise in cammino e cominciò nuovamente a mormorare ed a lamentarsi contro Dio perché non avevano nulla da mangiare ma Mosè conosceva il suo destino e rimase fermo perché sapeva che Dio ancora una volta l’avrebbe stupito. . Il popolo, al contrario di Mosè, non aveva capito che Dio aveva un piano preciso per esso. Quando conosciamo il nostro destino sappiamo cosa sta per accadere.

Dio chiamò Mosè e lo preparò a casa del faraone per essere un leader ma per formarlo lo portò nel deserto; Dio ha dato un destino a ciascuno di noi e se lo conosciamo sappiamo che esso sarà un destino da vincitore, quindi dobbiamo avere la consapevolezza che Dio ci ha scelti e ci ha chiamati. Dopo averci chiamati fuori dall’Egitto, il Suo proposito è quello di formarci nel deserto.

Dio ci ha creati per un proposito, la chiesa di questa generazione è stata creata da Dio e la Sua intenzione per essa è che veda la gloria di Dio. Il popolo non aveva compreso che Dio lo stava portando di fede in fede, di valore in valore e di gloria in gloria e così Mosè si ritrova ancora una volta ad intercedere ed afferrare i pensieri e le intenzioni che erano nel cuore di Dio e trasmetterli così al popolo.

Nel processo Dio farà uscire da noi il meglio, portando alla luce il potenziale che è dentro di noi. Il popolo d’Israele anziché fare uscire il proprio potenziale, iniziò a lamentarsi perché non aveva ricevuto rivelazione dell’identità che aveva per Dio. Dio aveva fatto uscire il popolo dall’Egitto come suo particolare tesoro.

Se vogliamo che molti conoscano la gloria di Dio nella nostra vita, dobbiamo permettere a Dio di lavorare nella nostra storia, nella nostra vita.

Dio permise queste prove al popolo per produrre un cambiamento d’identità. Dobbiamo sottolineare un aspetto molto importante: non è la chiamata o il proposito che ci sosterrà nel  momento della prova ma è il processo di cambiamento che Dio ha compiuto in noi che ci permetterà di sopportare la prova. Noi non andremo al di là del processo che abbiamo ricevuto. Non possiamo guardare il passato, rimanere legati al nostro Egitto e servire il Signore.

Molti fuggono dal processo, dall’essere trasformati ma questo è necessario se vogliamo vedere la gloria di Dio. La nostra relazione con Dio, l’abbandonarci nelle Sue braccia e stare sotto la Sua mano potente( che rappresenta i cinque ministeri) ci sosterrà nel processo. Le autorità hanno un ruolo fondamentale nella nostra vita ed attraverso di loro Dio ci cambierà.

“Il cambiamento in me produrrà un’identità reale in te, Signore!”

“Maggiore è il processo, maggiore è l’opposizione, maggiore è il cambiamento, maggiore sarà la gloria!”

Dio ci ha scelti nell’eternità e ci ha posti nell’arco di questo tempo, in questa generazione per fare la differenza.

Deuteronomio 7.6-8  Infatti tu sei un popolo consacrato al SIGNORE tuo Dio. Il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra. 7 Il SIGNORE si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo, 8 ma perché il SIGNORE vi ama: il SIGNORE vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, dalla mano del faraone, re d’Egitto, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri.

Dio ama la Sua chiesa e mai l’abbandonerà. Il popolo non aveva compreso quanto Dio l’amasse perché era concentrato solo sul processo e questo ci insegna che quando siamo nel processo dobbiamo imparare a guardare a Dio, portare a Lui il nostro dolore ed i nostri pesi.

Geremia 31.3 Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà.

Proprio quando siamo nel processo, Dio opererà in nostro favore in modo soprannaturale proprio come avvenne per il popolo d’Israele.

Esodo 19.5 Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia;

Dove c’è mancanza di rivelazione dell’amore di Dio, lì c’è rassegnazione. Dove c’è rivelazione dell’amore di Dio c’è la speranza dell’assegnazione.

Qual è la visione che abbiamo? Perché proprio nel processo è importante avere una giusta visione perché la visione che abbiamo davanti, quella realizzeremo. Gesù aveva una chiara visione della sua missione, della sua assegnazione.

Matteo 3.17 Ed ecco una voce dai cieli che disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».

Subito dopo il battesimo anche Gesù attraverso il suo processo nel deserto, provato e tentato dal nemico ma ne uscì vincitore!

Matteo 13.44-53 Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e, per la gioia che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo.45 «Il regno dei cieli è anche simile a un mercante che va in cerca di belle perle; 46 e, trovata una perla di gran valore, se n’è andato, ha venduto tutto quello che aveva, e l’ha comperata.47 «Il regno dei cieli è anche simile a una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni genere di pesci; 48 quando è piena, i pescatori la traggono a riva, poi si mettono a sedere e raccolgono il buono in vasi, e buttano via quello che non vale nulla. 49 Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti 50 e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti.
51 Avete capito tutte queste cose?» Essi risposero: «Sì».52 Allora disse loro: «Per questo, ogni scriba che diventa un discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa il quale tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie.
53 Quando Gesù ebbe finito queste parabole, partì di là.

Analizziamo queste parabole: il campo che Gesù acquistò è il mondo, l’uomo rappresenta Gesù colui che nel mondo ha trovato il tesoro, la Sua chiesa. Gesù ha comprato tutto il campo, tutto il mondo attraverso il Suo sangue a motivo del buon tesoro nascosto. Gesù evidenzia che questo campo venne acquistato con tutto ciò che aveva cioè dando la sua stessa vita. “Chiesa sei l’oggetto dell’amore di Dio, il Suo particolare tesoro, la risorsa più importante che c’è nel mondo.” Il tesoro che Gesù acquistò è ogni singola anima. Ogni anima ha un grande valore per Dio.

Il mercante è Gesù colui che compra la perla di gran valore, ogni singola vita, ogni anima. Gesù ancora una volta dà tutto stesso, vendendo tutto ciò che aveva per acquistare quella perla. Questo ci fa comprendere quanto Gesù ci ama e il grande valore che abbiamo per Lui.

Per quanto riguarda la parabola della rete, il significato è che Gesù fino alla fine cercherà di prendere più anime possibili ma alla fine si raccoglieranno cose buone ed altre non buone. Ancora viene dimostrato che il mondo è diviso dalla chiesa.

Non guardiamo al processo, al cambiamento, al peso che stiamo portando ma guardiamo a quello che Gesù ha fatto per noi. Noi siamo la perla di grande valore, Lui ci ha grandemente desiderato dando tutto se stesso quindi comprendiamo il Suo grande amore per ognuno di noi. la chiesa è grandemente amata da Dio, è l’oggetto del Suo amore e quando sarà rapita, la perla sarà richiusa nella sua conchiglia e vivrà ripiena della Sua gloria.