UNA CHIESA GLORIOSA – parte 4
Pastore Heros Ingargiola
EFESINI 5:25-27 Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per santificarla dopo averla purificata lavandola con l’acqua della parola, 27 per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile.
Gesù ha dato la Sua vita fino alla morte per concretizzare l’amore del Padre per l’umanità. Questo è l’amore con cui i mariti dovrebbero amare le proprie mogli ed è l’amore agapeo, un amore sacrificale e decisionale. In questi versi “parola” è “rhema” e non “logos” che è tutta la Parola generica. Il rhema è una parola specifica, per un tempo specifico e per una persona specifica che lo Spirito Santo prende dal logos per purificare la nostra vita. È utile trovarsi nel luogo in cui il logos viene predicato! Dobbiamo essere costanti nell’andare in Chiesa perché se la parola rhema non arriva a noi rimarremo sempre le stesse persone!
Dio desidera presentare a sé una Chiesa gloriosa. C’è un processo in virtù di un appuntamento. In questo momento il Signore ci sta lavando con l’obiettivo di farci comparire davanti a Lui in modo glorioso cioè all’immagine di Cristo. Dio non ci dà rivelazioni per far si che ci vantiamo di esse, Egli ci dà rivelazioni perché queste lavorino in noi.
Gesù rende la Sua Chiesa glorificata anche tramite l’onore che le dà. Infatti uno dei significati di gloriosa è onorata. Allo stesso modo questo è quello che dovrebbero fare i mariti con le proprie mogli. Il Signore dà onore alla Chiesa anche tramite le rivelazioni che ci dà; infatti, ci sono diversi livelli di intimità con Dio e Lui non dà le stesse rivelazioni a tutti. Gesù rivela cose nuove agli amici perché onora quella relazione. Il marito dovrebbe condividere le sue prospettive con la moglie per poi dirigere la famiglia verso il proposito che il Signore gli ha affidato!
GENESI 18:16-19 Poi quegli uomini si alzarono e volsero gli sguardi verso Sodoma; e Abraamo andò con loro per congedarli. 17 Il SIGNORE disse: «Dovrei forse nascondere ad Abraamo quanto sto per fare, 18 dato che Abraamo deve diventare una nazione grande e potente e in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra? 19 Infatti, io l’ho prescelto perché ordini ai suoi figli, e alla sua casa dopo di lui, che seguano la via del SIGNORE per praticare la giustizia e il diritto, affinché il SIGNORE compia in favore di Abraamo quello che gli ha promesso».
Dio avrebbe potuto non dire nulla ad Abraamo, ma decise di dirglielo per onorare il patto e la relazione che aveva con lui. Quando il Signore ci parla, sta onorando la Chiesa e sta lavorando in essa per renderla gloriosa. Oggi siamo qualificati per ricevere le rivelazioni da parte di Dio, la Parola che ci purifica. Lo Spirito Santo sta lavorando in noi, Egli non fa nulla a caso. Ciò che sta facendo in noi ha uno scopo. Egli sta purificando e rinnovando la nostra vita. Gesù ci vede già perfetti, glorificati! A volte camminiamo nel mondo e ci sporchiamo facendo cose che non dovremmo fare perciò il diavolo ha ragione nel vederci imperfetti: lui non può vedere l’opera compiuta che vede Dio. La Sposa di Cristo non arriverà alle Nozze tutta mal concia, bensì perfetta, irreprensibile. Magari il diavolo cercherà mancanze in lei ma non ne troverà perché il lavacro dell’acqua della Parola avrà fatto in noi un’opera perfetta. Il diavolo ha sempre cercato di accusare la Chiesa cercando di far sorgere fratello contro fratello ma anche se sbagliamo l’amore vince sempre!
SALMO 91:1 Chi abita al riparo dell’Altissimo riposa all’ombra dell’Onnipotente.
La Chiesa è chiamata a dimorare al riparo dell’Altissimo. Quando vediamo che attorno a noi tutto prende fuoco, dobbiamo accendere un fuoco ancora più grande attorno a noi: il fuoco della passione, dell’adorazione, della lode! Il diavolo non ha possibilità di accesso per una Chiesa che dimora al riparo dell’Onnipotente. Quando dovremo affrontare delle situazioni, entriamo sotto il riparo dove la gloria di Dio ci avvolgerà. Dove c’è la gloria l’oppressione, la malattia, il peccato, i legami sono illegali! Quando dimoriamo all’ombra delle Sue ali troviamo protezione e viviamo nel riposo.
LUCA 22:24-34 Fra di loro nacque anche una contesa: chi di essi fosse considerato il più grande. 25 Ma egli disse loro: «I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori. 26 Ma per voi non dev’essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve. 27 Perché, chi è più grande, colui che è a tavola oppure colui che serve? Non è forse colui che è a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve. 28 Or voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; 29 e io dispongo che vi sia dato un regno, come il Padre mio ha disposto che fosse dato a me, 30 affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele. 31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli». 33 Pietro gli disse: «Signore, sono pronto ad andare con te in prigione e alla morte». 34 E Gesù: «Pietro, io ti dico che oggi il gallo non canterà, prima che tu abbia negato tre volte di conoscermi».
Una Chiesa deve essere setacciata per essere gloriosa. Dio permette il setaccio nella Chiesa per dividere la pula dal grano. I discepoli stavano contendendo chi fosse il maggiore tra loro. Ma Gesù li esortò a guardare Lui, il quale nonostante fosse il Messia, era Colui che li stava servendo. Finito questo dialogo con i discepoli, Gesù si concentrò su Simon Pietro. Inizialmente lo chiamò Simone che significa canna, sinonimo di instabilità. Gesù diede una parola rhema a Simone, un avvertimento, ma questo, invece che mettere la sua attenzione su ciò che il Maestro gli stava dicendo, iniziò a focalizzarsi su quello che avrebbe fatto. Quando un’autorità parla, su cosa ci concentriamo? Gesù voleva cogliere l’attenzione di Pietro chiamandolo Simone per avvertirlo che la sua vecchia natura sarebbe riemersa. Satana aveva il diritto di vagliare la vita di Pietro. Infatti l’orgoglio di Pietro aprì la porta al rinnegamento. Satana poteva toccare la vita di Pietro perché il peccato gli dà il diritto di toccare la nostra vita.
Al verso 32 vediamo che Gesù pregò per Pietro. Il Signore non pregò perché satana non vagliasse Pietro perchè altrimenti questo non lo avrebbe rinnegato. Gesù pregò per il dopo. Infatti dopo averlo rinnegato l’amarezza entrò nel cuore del discepolo, tornò a fare il pescatore perché si sentiva fuori dal progetto di Dio. Per questo Gesù pregò per lui, affinchè ricevesse la forza, il coraggio e l’umiltà per tornare nel proposito di Dio. Quando una persona se ne va dalla chiesa, il problema non è recuperarla ma la mancanza di coraggio di questa per ritornare. Gesù pregò per questo.
L’orgoglio di Pietro era basato sull’amore che lui aveva per Gesù. Tutti noi diciamo a Dio che lo amiamo ma non fidiamoci dell’amore che noi abbiamo per Lui perché il nostro amore è imperfetto. Il nostro amore non ci garantisce il nostro successo. Pietro in quel momento credeva veramente che non avrebbe mai abbandonato il Signore. Anche noi spesso quando sentiamo la presenza di Dio diciamo che seguiremo il Signore per tutti i giorni della nostra vita, ma poi basta un niente per allontanarci dalla chiesa. Pietro era sincero ma pieno di orgoglio. Era concentrato sull’amore che lui aveva per Gesù. Se offriremo la nostra vita a Dio non facciamolo perché lo amiamo ma perché Lui ha amato noi. Facciamo in modo che la rivelazione del Suo amore ci dia la forza per adempiere il proposito di Dio. Tutte le volte che fonderemo la nostra vita sull’amore che noi abbiamo per Dio, falliremo. In quel momento Pietro non aveva ancora compreso quanto amore Gesù avesse per Lui. Non facciamo spazio al diavolo, come disse l’apostolo Paolo. Il credente può essere influenzato da satana proprio come vediamo sempre in Pietro quando tentò di convincere Gesù a non morire. A volte siamo molto instabili ma il Signore sta lavorando per trasformarci da una canna a una pietra stabile!