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Worship service 22 10 2017

AMORE E GRAZIA 4° parte

Past. Evangelista Heros Ingargiola

La società odierna vive in un continuo stato di ansia e di agitazione per raggiungere i propri obiettivi attraverso il lavoro, ma bisogna comprendere che non è possibile vivere per il lavoro e in funzione di esso. È necessario avere le giuste priorità nella propria vita: la prima è il rapporto personale con Dio, poi la famiglia, il lavoro e il servizio nella chiesa. Gesù morendo sulla croce ha pagato il prezzo per liberare la chiesa dagli sforzi umani e farla entrare nel suo riposo. La benedizione di Dio arricchisce la vita del credente, il lavoro quindi è solo un mezzo e non la fonte primaria della benedizione.

Proverbi 10.22 Quel che fa ricchi è la benedizione del SIGNOREe il tormento che uno si dà non le aggiunge nulla.

Il re Salomone era l’uomo più ricco e più potente sulla terra ma aveva realizzato che la benedizione arrivava direttamente dal cielo. Dio desidera che i suoi figli possano avere sapienza per gestire la propria vita ed avere le giuste priorità. Ciò che si conosce della Parola deve essere messo in pratica attraverso la sapienza.

La prosperità è essere benedetti al punto tale di potere benedire gli altri. La chiesa camminando e seguendo Dio deve vivere in una benedizione costante.

Osea 11.1-4 «Quando Israele era fanciullo, io l’amai e dall’Egitto chiamai mio figlio.2Ma più i profeti li hanno chiamati, più si sono allontanati da loro, hanno sacrificato ai Baal e hanno bruciato incenso alle immagini scolpite.3Io stesso insegnai ad Efraim a camminare, sostenendolo per le braccia; ma essi non compresero che io li guarivo.4Io li attiravo con corde di umana gentilezza, con legami d’amore; ero per loro come chi solleva il giogo dal loro collo, e mi piegavo per dar loro da mangiare.

A volte i credenti resistono a Dio perchè vivono in maniera indipendente da Lui, come accadde al popolo d’Israele che impiegò quarant’anni nel deserto a causa dell’orgoglio e della testardaggine. Dio desidera prendere i suoi figli in braccio proprio nei momenti più difficili, quando si vive nelle difficoltà o nel deserto. Dobbiamo comprendere che da soli è impossibile superare gli ostacoli e che è necessario l’aiuto di Dio. Vivere nell’ansia non aiuta a superare i momenti difficili, al contario essa conduce alla tristezza o alla depressione.

La mancanza di denaro, l’essere oberato dai debiti generano un peso nella vita del credente scoraggiandolo e facendogli riporre fiducia nei mezzi umani.

Filippesi 4.6 Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento.

Chi ripone la propria fiducia in Dio è consapevole che Lui provvederà sempre anche nei momenti più duri e difficili della vita.

Ecclesiaste 4.6 Val più una manciata con riposo che due manciate con fatica, cercando di afferrare il vento.

Molti investono il proprio tempo, energie, sforzi umani per rincorrere la benedizione ma quando si vive nella fiducia in Dio e nel suo riposo nessuna cosa potrà togliere la Sua benedizione dalla propria vita.

Esodo 5.1-19 Dopo questo, Mosè ed Aaronne andarono dal Faraone e gli dissero: «Così dice l’Eterno, il DIO d’Israele: “Lascia andare il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto”». 2 Ma il Faraone rispose: «Chi è l’Eterno che io debba ubbidire alla sua voce e lasciar andare Israele? Io non conosco l’Eterno e non lascerò andare Israele». 3 Allora essi dissero: «Il DIO degli Ebrei ci è venuto incontro; ora lasciaci andare per un cammino di tre giorni nel deserto perché possiamo sacrificare all’Eterno, che è il nostro DIO, affinché egli non ci colpisca con la peste o con la spada». 4 Il re d’Egitto disse loro: «Perché mai Mosè e Aaronne, distogliete il popolo dal suo lavoro? Ritornate alle vostre fatiche!». 5 Il Faraone disse nuovamente: «Ecco, il popolo del paese è ora numeroso, e voi vorreste fargli interrompere le sue fatiche». 6 Così quello stesso giorno il Faraone ordinò agli oppressori del popolo e ai suoi sovrintendenti dicendo: 7 «Non date più paglia al popolo per fare i mattoni, come prima; e vadano essi stessi a raccogliere la paglia! 8 Ma imponete loro la stessa quantità di mattoni che facevano prima, senza diminuzione alcuna; poiché sono dei pigri,eper questo essi gridano, dicendo: “Andiamo a sacrificare al nostro DIO!”. 9 Sovraccaricate questi uomini di duro lavoro, ed essi lo facciano senza dar retta a parole d’inganno». 10 Allora gli oppressori del popolo e i suoi sovrintendenti uscirono e dissero al popolo: «Così dice il Faraone: “Io non vi darò più paglia. 11 Andate voi stessi a procurarvi della paglia dovunque ne potete trovare, perché il vostro lavoro non sarà per nulla diminuito”». 12 Così il popolo si sparse per tutto il paese d’Egitto, per raccogliere stoppia al posto della paglia. 13 E i sorveglianti li sollecitavano dicendo: «Ultimate il vostro lavoro giorno per giorno come quando c’era la paglia!». 14 E i capi-squadra dei figli d’Israele, stabiliti su di loro dai sorveglianti del Faraone, furono battuti e fu loro chiesto: «Perché non avete ultimato, ieri e oggi come prima, la quantità di mattoni prescritta?». 15 Allora i capi-squadra dei figli d’Israele vennero a protestare dal Faraone, dicendo: «Perché ti comporti così coi tuoi servi? 16 Non si dà più paglia ai tuoi servi, e ci viene detto: “Fate dei mattoni!”. Ed ecco, i tuoi servi sono battuti, ma la colpa è del tuo popolo». 17 Allora egli rispose: «Siete pigri,molto pigri! Per questo dite: “Andiamo a sacrificare all’Eterno”. 18 Or dunque andate a lavorare! Non vi sarà data paglia, ma consegnerete la stessa quantità di mattoni». 19 I capi-squadra dei figli d’Israele si resero conto di trovarsi nei guai, perché veniva loro detto: «Non diminuite per nulla il numero dei mattoni prescritto giorno per giorno».

Mosè nacque in una casa dove c’era prosperità ma Dio lo chiamò a liberare gli schiavi e gli disse di presentarsi al faraone chiedendogli di liberare il popolo. Dio aveva udito il loro grido e anche oggi fa lo stesso con ciascuno dei suoi figli; Egli non è indifferente alle loro lacrime e desidera liberali. Il popolo subì un sovraccarico di lavoro invece di essere liberato e a volte accade questo ai credenti, aspettano qualcosa da Dio, ma il nemico mette un peso maggiore. Dio desidera rendere liberi i suoi figli dal giogo pesante che il nemico mette. Mosè tornò allora davanti a Dio dandogli la colpa di ciò che era successo, ma Dio lo rassicurò.

Se il nemico aggrava il peso nella vita del credente, egli deve andare davanti a Dio per lasciargli il peso e questo darà il diritto a Dio di fare pesare la Sua mano sul nemico e liberarti.

Quando Dio da un rhema (parola specifica) ai suoi figli, quella parola si realizzerà per certo perchè ogni parola pronunciata da Dio è già adempiuta, bisogna soltanto afferarla con il braccio della fede e portarla dal mondo spirituale a quello naturale.

II Re 4.1-7 Una donna, moglie di un discepolo dei profeti, gridò a Eliseo, dicendo: «Il tuo servo, mio marito, è morto, e tu sai che il tuo servo temeva l’Eterno; ora il creditore è venuto a prendersi i miei due figli per farli suoi schiavi». 2 Eliseo le disse: «Che cosa devo fare per te? Dimmi, che cosa hai in casa?». Ella rispose: «La tua serva in casa non ha altro che un vasetto d’olio». 3 Allora egli disse: «Va’ e chiedi in prestito a tutti i tuoi vicini dei vasi vuoti; e non chiederne pochi. 4 Quando sei rientrata, chiudi la porta dietro di te e dei tuoi figli, poi versa l’olio in tutti quei vasi mettendoli da parte man mano che saranno pieni». 5 Ella dunque si allontanò da lui e chiuse la porta dietro di sé e dei suoi figli; questi le portavano i vasi ed ella vi versava l’olio. 6 Quando i vasi furono pieni, ella disse a suo figlio: «Portami ancora un vaso». Ma egli le rispose: «Non ci sono più vasi». E l’olio si fermò. 7 Allora essa andò a riferire la cosa all’uomo di DIO, che le disse: «Va’ a vendere l’olio e paga il tuo debito; con quel che resta vivrete tu e i tuoi figli».

In questo episodio analizziamo la figura di una donna, la quale era vedova e aveva anche dei debiti, la sua condizione era disastrosa umanamente ma non si rassegnò nè si crogiolò nel suo problema, al contrario andò dall’uomo di Dio per chiedere aiuto affinchè i creditori non le portassero via I figli come riscatto per i suoi debiti. Le sue risorse erano limitate, aveva solo un vasetto di olio ma la benedizione di Dio fece moltiplicare quell’olio, riempiendo tutti i vasi che le prestarono, come le aveva detto di fare l’uomo di Dio.

Se da diverso tempo vivi sotto il gioco del nemico che mette pesi e problemi, è arrivato il tempo di andare a Dio e di dare le poche risorse naturali che hai, come fece quella vedova, permettendo così a Dio, attraverso delle soluzioni soprannaturali, di sovvertire la situazione che stai vivendo. Non limitare la tua visione credendo che la situazione è troppo difficile, ma permetti a Dio di prenderti nelle sue braccia e così non solo non sentirai più il peso ma imparerai a vedere che la sua benedizione è senza misura, perchè Dio è senza limiti.