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Worship service 04.06.2023

Pastore Heros Ingargiola

IL MINISTERO DEI QUATTRO TERRENI – parte 4

Questo è l’anno della pienezza e Dio desidera portarci dall’aridità alla pienezza del frutto perché Dio non è interessato al dono che è in noi ma al frutto. Infatti il frutto è la conseguenza della nostra collaborazione con lo Spirito Santo. A volte nella collaborazione c’è bisogno di aspettare. Quando seminiamo pensiamo di dover raccogliere subito, ma non è così, ci sono stagioni perfette per far germogliare il seme. Aspettiamo quindi il tempo del frutto.

Salmo 130:5 Io aspetto il SIGNORE, l’anima mia lo aspetta; io spero nella sua parola.

Lo spirito del salmista era già in sintonia con lo Spirito di Dio ma la sua anima doveva imparare ad aspettare. Dobbiamo educare la nostra anima tramite l’esempio dello spirito. Dio è fedele, farà tutto ciò che ha promesso, noi dobbiamo aspettare per come gli ebrei definiscono l’attesa, ossia con piena certezza. Il nostro Dio non può mentire!

Il Padre è l’Agricoltore per eccellenza e Lui ha stabilito che ci sia un frutto nella nostra vita, quello dello spirito rigenerato.

Giovanni 15:1-5 «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. 2 Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. 3 Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunciata. 4 Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. 5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla. 

Il frutto nella nostra vita è questione di fiducia e di dimorare in Lui, non per sforzi. Gli alberi portano da soli il loro frutto, basta solo che dimorino nel luogo giusto. Ci stiamo sforzando di cambiare oppure stiamo permettendo a Dio, che è la Vita, di portare la linfa vitale che ci cambia? Perché questo è certo: se dimoreremo in Lui porteremo frutto. Il frutto a cui ci riferiamo è quello dello spirito riportato in Galati 5.

Giacomo 5:7 Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Osservate come l’agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione.

Dio è paziente e così anche noi dobbiamo esserlo con noi stessi. Questo non vuol dire non essere interessati a vedere il cambiamento ma aspettarlo con fiducia. Ogni agricoltore si aspetta di mietere quando ha seminato. Dobbiamo avere la stessa speranza dei contadini i quali sanno che raccoglieranno ciò che hanno seminato e lo faranno nella stagione giusta. Se seminiamo per la carne non possiamo aspettarci di raccogliere per lo spirito. Se seminiamo discordia in casa nostra non potremo raccogliere gentilezza; se non seminiamo amore, come potremo raccogliere amore? Nessuno può avere aspettative diverse da quello che ha seminato perché altrimenti illuderemmo noi stessi. Se non seminiamo bene con il nostro coniuge o con i nostri figli come potremo raccogliere da loro? Se mormoriamo tra fratelli non possiamo aspettarci che si parli bene di noi. Dobbiamo saper aspettare ma anche imparare a seminare per lo spirito.

Se non vogliamo essere tralci tagliati via dobbiamo piegarci e cambiare. Come viviamo quando usciamo dalla chiesa? Dio con grande pazienza sta facendo un lavoro dentro di noi ma noi dobbiamo smettere di vivere come vivevamo prima di Cristo. Abbiamo la possibilità di vivere nello spirito: pensiamo e agiamo come si fa nel Regno!

Dio ci ha dato un seme infallibile, la Parola di Dio, per questo possiamo migliorare. Gesù non ha mai perso! Apriamo la nostra bocca solo per lodare il Signore.

2 Timoteo 2:6 Il lavoratore che fatica dev’essere il primo ad avere la sua parte dei frutti.

Sforziamoci di dipendere di più da Dio, concentrarci per cambiare al fine di non essere di scandalo per altri. Il cambiamento non è facile. I nostri doni e talenti rimarranno infruttuosi se non si collabora con lo Spirito di Dio per il cambiamento. Il frutto dello Spirito è una conseguenza del dimorare. L’agricoltore semina ma raccoglie molto di più. Quando seminiamo una parola, da quella parola raccogliamo un futuro. Dobbiamo imparare a stare attenti quando parliamo perché quello che seminiamo è sempre meno di quello che raccogliamo. È una legge spirituale. Possiamo ingannare noi stessi aspettandoci un frutto diverso. La nostra anima si può stancare ma non deve essere così perché Dio sta facendo un’opera in noi.

C’è un momento in cui dobbiamo resistere. Molti non raccolgono perché nell’attesa non resistono

Galati 6:10 Così dunque, finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti; ma specialmente ai fratelli in fede.

Cerchiamo di fare del bene a tutti, soprattutto alla famiglia di Dio. Con il nostro frutto abbiamo l’opportunità di portare del bene. Più maturiamo più potremo farlo!

Osea 10:12 Seminate secondo giustizia e farete una raccolta di misericordia; dissodatevi un campo nuovo, poiché è tempo di cercare il SIGNORE, finché egli non venga, e non spanda su di voi la pioggia della giustizia.

Questa mattina Dio ci darà un terreno nuovo, una nuova opportunità. Dio non si è stancato di noi, Lui sta redendo in noi. C’è un campo nuovo ma ha bisogno di lavorazione. È tempo di cercare il Signore. È vero che più ci avviciniamo a Lui più si vedono i nostri difetti. A volte andiamo alla Sua presenza con la consapevolezza che non lo meritiamo ma che siamo amati.

Se vogliamo avere una vita piena e non una raccolta scarsa dobbiamo lavorare il terreno. Dio ci riporta al punto di partenza ma questa volta dobbiamo lavorare nella nostra vita con passione.

Osea sta parlando di un terreno maggese cioè non edificabile ma agricolo. Dio non si aspetta che costruiamo sul nostro terreno ma si aspetta del frutto. Non costruiamo statue di noi stessi come Israele fece. Infatti quando ci allontaniamo da Dio innalziamo più l’uomo che Dio. Dobbiamo quindi cercare il Signore cioè piegarci al Suo cospetto e riconoscere che Lui è Dio.

Dissodare un campo significa prepararlo. Prepariamo il nostro cuore a una nuova semina, purifichiamolo. Nella Bibbia il nostro cuore è paragonato a un terreno, il seme è la Parola di Dio, l’Agricoltore è il Signore e il seminatore è l’uomo di Dio. Se sappiamo che in noi c’è qualcosa che non ci piace, studiamoci di cambiare.

Dio ci sta dando una nuova possibilità per far uscire da noi tutta la parte del frutto dello spirito che ancora non è uscita. Per esempio c’è chi ha bisogno di crescere nella pazienza, chi nella gentilezza, chi nella fiducia, chi nell’autocontrollo.

Cogliamo questa occasione per crescere e vedere il frutto. Dio non ci ha creato per essere terreni incolti e infruttuosi. Egli ci ha creato affinchè il nostro cuore sia un buon terreno. Tutto ciò che Dio crea è buono. Siamo noi che magari abbiamo trasformato il nostro terreno rendendolo infertile per Dio. Torniamo a lavorare nel nostro terreno, nella nostra vita. Applichiamo la Parola di Dio in noi. Sicuramente il raccolto ci sarà se lavoreremo duramente.

Un cuore rischia di diventare insensibile al cambiamento. Non reagisce più. I motivi sono prima di tutto il peccato volontario in tutte le sue forme, la negligenza cioè non prendiamo più piacere in cui in cui prende piacere Dio, incredulità a causa delle esperienze del passato, avversità della vita, orgoglio, invidia, maldicenza, aver subito violenze, aver perso una persona cara, crescere da orfani. Ma dissodiamo il nostro terreno. Dio non si limita a dire che il terreno è diventato arido, ci dà la soluzione: cercate il Signore che vi darà la pioggia! La Sua pioggia renderà il nostro terreno morbido e pronto. A volte le persone camminano con leggerezza nel mondo dello spirito perché hanno un cuore arido.

Cerchiamo il Signore perché la soluzione viene da Lui. In qualsiasi stato si trovi il nostro cuore. Non è Dio a dover lavorare nel nostro cuore, siamo noi a dover applicare la Parola di Dio collaborando con Lui. Non c’è cambiamento se non vorremo il cambiamento. Se non ci rendiamo conto che dobbiamo cambiare non cambieremo, sarà sempre colpa degli altri portando in noi isolamento.

Ammettiamo chi siamo. Se lavoreremo duramente il nostro terreno diventerà fertile e vedremo la gloria di Dio. Anche se l’inizio non è buono non vuol dire che finirà nello stesso modo. Ammettere i propri limiti è umiltà.

Quando cerchiamo il Signore dobbiamo anche aspettarlo. Ci sono volte in cui non fa sentire che è arrivato, volte in cui si nasconde per vedere il vero motivo per cui lo cerchiamo. Il risveglio inizia nel personale quando iniziamo a lavorare nella nostra vita, guardando più ai nostri errori che a quelli degli altri. Continuiamo a cambiare, non siamo arrivati!

Quando mettiamo Dio fuori dal nostro terreno abbiamo fallito. Questo vale per il singolo ma anche per le nazioni. Israele ha messo fuori Cristo. Dovevano essere guide per i cechi invece Gesù li ha chiamati ciechi. Infatti quando il nostro cuore diventa duro perdiamo di vista il proposito di Dio il quale non è diventare migliore di qualcun altro ma far emergere il frutto dello spirito. Con Cristo potremo cambiare tutte le aree della nostra vita che hanno bisogno di cambiamento. Senza Cristo non potremo portare frutto ma con Lui che è la linfa vitale possiamo! Torniamo a Lui, senza fingere chi siamo davvero perché questo è il tempo!