LA BENEDIZIONE DI ESSERE FIGLI DI DIO – (pt. 5)
Pastore Heros Ingargiola
Questa domenica abbiamo avuto un incontro meraviglioso con la Parola e con la dolce presenza dello Spirito Santo; tutti siamo stati edificati e incoraggiati.
Efesi 1:3 Benedetto sia Dio, Padre del Signor nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo, 4 allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore, 5 avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà,
Noi siamo in Cristo e siamo benedetti, solo per mezzo della Sua grazia possiamo accedere a tutte le benedizioni che ci ha donato; perciò dobbiamo sempre ricordare che noi non meritavamo nulla; anzi noi gentili, cioè coloro che non sono il popolo d’Israele, eravamo estranei dai patti della promessa e senza speranza.
Efesini. 2:11 Perciò ricordatevi che un tempo voi gentili di nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono stati fatti nella carne per mano d’uomo, 12 eravate in quel tempo senza Cristo, estranei dalla cittadinanza d’Israele e estranei ai patti della promessa, non avendo speranza ed essendo senza Dio nel mondo. 13 Ma ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete stati avvicinati per mezzo del sangue di Cristo.
Oggi possiamo esultare e gioire perché siamo anche il popolo di Dio, il Signore ha permesso tutto questo, adottandoci come figli; per questo dobbiamo raggiungere tutte le altre persone che sono estranei , affinché possono credere in Cristo e fare parte della famiglia di Dio.
Solo attraverso Cristo Gesù possiamo accedere al Padre Santo; il sacrificio di Gesù Cristo ci ha redenti dal peccato, ci ha donato la Sua giustizia; in Cristo Gesù noi credenti abbiamo una nuova veste di dignità.
Colossesi 3:10 e vi siete rivestiti dell’uomo nuovo, che si va rinnovando nella conoscenza ad immagine di colui che l’ha creato.
Colossesi 3:12 Vestitevi dunque come eletti di Dio, santi e diletti, di viscere di misericordia, di benignità, di umiltà, di mansuetudine e di pazienza,
Nel nostro cammino cristiano dobbiamo rivestirci dell’abito che Gesù ci ha dato; perchè prima abbiamo indossato un abito sporco di peccato; attenti a non lasciarci rubare dal nemico la veste della dignità; cerchiamo di vestirci ogni giorno dell’abito meraviglioso che il Signore ci ha provveduto, rivestiamoci da eletti da Dio, rinato con una nuova identità.
Dobbiamo fare attenzione a non riprendere quei vestiti sporchi del passato che, un tempo abbiamo indossato, che ci hanno portato lontano dalla volontà di Dio.
Dobbiamo svestirci delle vesti del passato e indossare le nuove vesti della vita nuova in Cristo Gesù.
Quando si cambia modo di vestirsi, si cambia anche il modo di vedersi.
Dobbiamo vederci come santi ed eletti dal Signore.
Romani 12: 2 E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.
Un vero cristiano è sempre in trasformazione, cercherà di mettersi in discussione , affinché possa applicare la Parola di Dio nella propria vita; tante persone dopo tanti anni di conversione, non rinnovano la loro mente ma si adagiano e si conformano.
Non basta sola la conoscenza mentale della Parola; bisogna lasciarci cambiare dalla Parola.
Le sette vesti di Giuseppe
Genesi 37:2 Questa è la discendenza di Giacobbe. Giuseppe, all’età di diciassette anni, pascolava il gregge coi suoi fratelli; il giovinetto stava con i figli di Bilhah e con i figli di Zilpah mogli di suo padre. Or Giuseppe riferì al loro padre la mala fama che circolava sul loro conto. 3 Or Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio della sua vecchiaia; e gli fece una veste lunga fino ai piedi. 4 Ma i suoi fratelli, vedendo che il loro padre lo amava più di tutti gli altri fratelli, presero ad odiarlo e non gli potevano parlare in modo amichevole.
Ora i fratelli di Giuseppe iniziarono ad odiarlo, fino che lo vendettero come schiavo…leggendo i capitoli successivi in Genesi troviamo tutta la storia.
Dio vede Giuseppe come uno strumento di salvezza per tutto il popolo d’Israele. Infatti Il Signore non abbandona mai Giuseppe e lo fa prosperare ovunque vada, la mano di Dio è con lui . e attraverso i doni, Giuseppe nonostante schiavo poi anche carcerato, arriva alla fine al proposito di Dio , cioè governare tutto l’Egitto, per salvare il suo popolo dalla carestia.
”La fede ti farà vedere Dio in mezzo al tuo processo, la fede ti permetterà di vedere il finale trionfante.”
1° veste “la veste della primogenitura“ Giacobbe fece solo a Giuseppe una tunica che rappresentava la regalità; Giuseppe non era il primogenito, ma era amato da Israele più di tutti. Questa veste era lunga e copriva tutto il corpo di Giuseppe, questo rappresenta la copertura spirituale.
Non disprezziamo la primogenitura, come fece Esaù figlio di Isacco. Tanti credenti a volte per nulla vendono le cose preziose che Dio ci ha donato; satana ti illude con astuzia e ci vende qualcosa che vale nulla per farci perdere le cose preziose che ci appartengono da parte del Signore.
Genesi 25:31 Ma Giacobbe gli rispose: «Vendimi prima la tua primogenitura». 32 Esaù disse: «Ecco io sto per morire; che mi giova la primogenitura?». 33 Allora Giacobbe disse: «Prima, giuramelo». Ed Esaù glielo giurò e vendette la sua primogenitura a Giacobbe. 34 Quindi Giacobbe diede a Esaù del pane e della zuppa di lenticchie. Ed egli mangiò e bevve; poi si alzò e se ne andò. Così Esaù disprezzò la sua primogenitura.
2° veste “la veste dell’accettazione umana”
Quando Dio ti riveste, quando tu hai una paternità, ci saranno sempre degli invidiosi che parleranno male di te; i fratelli di Giuseppe erano invidiosi non accettarono mai la posizione del loro fratello infatti, strapparono la sua veste e lo vendettero come schiavo.
Gen. 37:31 Così essi presero la lunga veste di Giuseppe, uccisero un capro e immersero la veste nel sangue. 32 Poi portarono la lunga veste dal padre e dissero: «Abbiamo trovato questo; vedi un po’ se è la veste di tuo figlio». 33 Ed egli la riconobbe e disse: «È la veste di mio figlio; lo ha divorato una bestia feroce; certamente Giuseppe è stato sbranato».
3° veste “la veste dello schiavo”
Genesi 39:2 L’Eterno fu con Giuseppe; ed egli prosperava e stava nella casa del suo padrone, l’Egiziano. 3 E il suo padrone vide che l’Eterno era con lui, e che l’Eterno faceva prosperare nelle sue mani tutto ciò che faceva. 4 Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui ed entrò al servizio personale di Potifar, che lo fece soprintendente della sua casa e mise nelle sue mani tutto quanto possedeva.
4° veste “ la veste della tentazione”
La moglie di Potifar mise gli occhi su Giuseppe, ma egli fugge da lei, fugge alla tentazione; quando arriva la tentazione è necessario fuggire per non cadere.
5° veste “la veste della prigione”
Genesi 39: 20 Allora il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise in prigione, nel luogo dove erano rinchiusi i carcerati del re. Egli rimase quindi in quella prigione. 21 Ma l’Eterno fu con Giuseppe e usò verso di lui benevolenza, cattivandogli le grazie del direttore della prigione. 22 Così il direttore della prigione affidò a Giuseppe tutti i detenuti che erano nel carcere; ed egli era responsabile di tutto quanto si faceva là dentro. 23 Il direttore della prigione non controllava più nulla di quanto era affidato a Giuseppe, perché l’Eterno era con lui, e l’Eterno faceva prosperare tutto quanto egli faceva.
Dio non ci abbandona mai, quando siamo accusati ingiustamente, Egli ci fa prosperare ovunque siamo.
6° veste “la veste del riscatto”
(Genesi 40) Giuseppe sopporta il carcere ma Dio era con e prosperava e dopo alcuni anni arriva il riscatto, Dio lo porta davanti al faraone.
A volte nel cammino cristiano, dobbiamo imparare a sopportare gli ambienti faticosi e sconvenienti, il Signore permette questo per formarci nel carattere e farci crescere e maturare.
7° veste “la veste di governo
(Genesi 41-46) Tre doni erano su Giuseppe: dono d’interpretazione dei sogni, dono di saggezza e di governo, questi doni permisero di essere un grande uomo di Governo, egli amministro l’Egitto e durante una grande carestia preservò una nazione intera e mise in salvo anche il suo popolo Israele.
Dio porta a termine il proposito di Giuseppe, i sogni che fece quando aveva solo 17anni, si realizzarono quando egli aveva trenta anni. Alla fine la fede vede il finale e i suoi fratelli si prostrarono davvero davanti a lui. Tutto questo ci insegna a non mollare e di restare fermi nella fede, perché il proposito di Dio si realizzerà certamente.