LA GLORIA E LA PAROLA – parte 2
Pastore Heros Ingargiola
1 RE 19:11-13 Dio gli disse: «Va’ fuori e fermati sul monte, davanti al SIGNORE». E il SIGNORE passò. Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce davanti al SIGNORE, ma il SIGNORE non era nel vento. E, dopo il vento, un terremoto; ma il SIGNORE non era nel terremoto. 12 E, dopo il terremoto, un fuoco; ma il SIGNORE non era nel fuoco. E, dopo il fuoco, un mormorio di vento leggero. 13 Quando Elia lo udì, si coprì la faccia con il mantello, andò fuori, e si fermò all’ingresso della spelonca; e una voce giunse fino a lui, e disse: «Che fai qui, Elia?»
Abbiamo bisogno di uscire fuori dalla delusione, dallo scoraggiamento e dalla depressione spirituale. Una delusione porta depressione nella nostra anima. La depressione è la mancanza di speranza, ma così come potrà un cristiano vivere per fede? Infatti il giusto vivrà per fede e la fede è certezza di cose che si sperano. Elia arrivò in una caverna perché intimidito da una donna, Jezebel. Aveva appena ucciso molti profeti di baal ma a un decreto di una donna, fuggì nel deserto. Questo perché l’intimidazione e la delusione ci portano fuori dal proposito di Dio. Elia desiderò morire, entrò nell’autocommiserazione. Molti di noi sono in questa condizione, chiusi in una caverna, scoraggiati e depressi. Dio dovette riconquistare l’attenzione di Elia scuotendolo con il vento, il terremoto e il fuoco. Dio scuote le nostre coscienze per catturare la nostra attenzione e farci concentrare sul sentire la Sua voce: il Signore sa parlare alle nostre vite come nessun’altro sa fare. Elia dovette coprirsi la faccia perché la Parola di Dio è la gloria di Dio: dove c’è la Parola, c’è la Sua gloria! Gesù è la Parola ed è anche la gloria di Dio manifestata sulla terra! Quando Dio parlò al cuore di Elia, egli fu preso da grande timore e riconobbe la propria debolezza perché quando la gloria di Dio si manifesta scende un santo timore riverenziale. Nel naturale se ammettiamo di essere colpevoli, ci giudicheranno, ma nello spirituale, la giustizia divina prenderà il sopravvento e saremo giustificati.
Elia era scoraggiato e cadde nell’autocommiserazione. Quando cadiamo nell’autocommiserazione vuol dire che abbiamo perso di vista il proposito e il nostro Re. Infatti l’autocommiserato è colui che si concentra solo su se stesso. Ma tutto questo ha come radice delle ferite, le delusioni, il senso di abbandono e di rigetto. Ma Gesù è venuto a guarire ai cuori rotti! Quando Egli ci parla, le Sue parole impregnate del Suo amore portano in noi guarigione, speranza e fede. Il nemico viene per rubare e cerca di rubare la nostra attenzione per non farci sentire le parole di Dio. Infatti il diavolo sa che se entriamo nello spirito, possiamo udire le parole di Dio: non lasciamoci distrarre e custodiamo ciò che riceviamo dal Signore!
Dio non soltanto manifestò il soprannaturale ad Elia ma lo incontrò. Infatti il soprannaturale non cambia il cuore degli uomini, lo prepara solamente. Solo Dio può cambiare i nostri cuori. Elia è stato vittima e per una vittima è necessario un liberatore: Gesù è anche il nostro liberatore! Ci sono tanti aspetti che non conosciamo del nostro Signore, per questo dobbiamo arrenderci a Lui e aspettarlo affinché Lui sia reale. Anche se il vento, il terremoto e il fuoco sono manifestazioni straordinarie, dobbiamo ambire ad incontrare Dio personalmente perché solo la Sua voce può riportarci nel proposito.
Ora abbiamo bisogno di prendere nuove forze, ubbidire al comando di Dio e uscire da quella caverna. La strada del ritorno per chi ha vissuto nella depressione e nello scoraggiamento è la strada del perdono e della riconciliazione. Dio non ci ha chiamato a vivere una vita di prigionia ma di pieno successo del proposito! Per questo a volte è necessario rielaborare ciò che ci ha portato nella depressione spirituale, magari una delusione, un confronto, una ferita.
GIOELE 3:9 Proclamate questo fra le nazioni! Preparate la guerra! Risvegliate i prodi! Vengano e salgano tutti gli uomini di guerra!
Molti di noi sono uomini di guerra. Elia era un uomo di guerra ma era fuggito perché pensava di essere da solo. Dio ha dovuto incontrarlo, parlargli, rifortificarlo e rimetterlo al centro del proposito.