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Worship Service 17.01.2021

CERCANDO E SEGUENDO LA GLORIA DI DIO

Pastore Heros Ingargiola

Questa domenica il Pastore ha ricevuto da parte di Dio di osservare il significato del numero
della data di oggi. Il numero 17 rappresenta la lettera “phe” ossia “bocca, rivelazione” e
come valore numerico rappresenta la parola “buono”: una rivelazione buona porta del
buono. Alcuni usano la bocca in modo malvagio come il faraone verso il popolo d’Israele.
Noi siamo in questo mondo ma non siamo di questo mondo. Stiamo vivendo un tempo di
giudizio ma la Chiesa non è nel giudizio perché su di lei c’è una sentenza di giustificazione. La
parola “phe” rappresenta anche la capacità di esprimersi verbalmente infatti Dio ci ha
creato per esprimerci e dialogare con Lui, questa è la nostra prima priorità. In Esodo poi,
questa parola viene usata anche per descrivere la bocca di Dio il quale parlava con Mosè
letteralmente “bocca a bocca”.
ESODO 33:18,23 Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria!» 19 Il SIGNORE gli
rispose: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, proclamerò il nome del SIGNORE
davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà». 20
Disse ancora: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere». 21
E il SIGNORE disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; 22 mentre
passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano
finché io sia passato; 23 poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può
vedere».
La parola rhema di quest’anno è following: continuare con perseveranza. Dobbiamo
continuare a chiedere al Signore di farci vedere la Sua gloria. Mosè aveva assistito a cose
straordinarie però in questi versi troviamo un desiderio ancora più grande: vedere la gloria
di Dio. In ebraico la parola gloria significa “peso” e “gloria manifestata”. Infatti la terra è già
piena della gloria di Dio ma non è manifestata in ogni luogo. Questa parola veniva usata
anche per descrivere una persona con una buona reputazione. Nel Nuovo Testamento la
parola “gloria” dal greco significa anche ricchezza e prosperità. Perciò questa parola sia
nell’ebraico che nel greco indica ciò che Dio è in tutta la Sua natura, infatti dove c'è la gloria
c'è la Sua perfezione. Quando la gloria di Dio arriva è perché il Signore stesso si vuole
rendere tangibile. È Dio che si fa trovare, Egli è un Dio che si rivela. Quando vogliamo
incontrare il Signore andiamo nello spirito, un luogo spirituale. Ma quando c'è la gloria è Dio
che si sposta da un regno spirituale a uno naturale trasformando così il luogo in cui arriva.
Dio si manifesta per lasciare un segno nella vita delle persone. Lui ha sempre desiderato
vivere in mezzo al suo popolo. Egli ha fatto del nostro corpo parte del Suo tempio per
questo dentro di noi c'è la gloria di Dio. In noi c'è l'impronta indelebile di Dio e siamo
portatori della Sua gloria!
La gloria di Dio è quindi l'atmosfera di perfezione in cui Egli vive. Se vogliamo vedere la Sua
gloria dobbiamo entrare nell’ottica di Dio. Dove c’è la gloria c’è ordine e nella perfezione
tutto è sotto il Suo ordine. È necessario che ci sia ordine in ogni casa e in ogni Chiesa!

La gloria di Dio arriva per rappresentare la persona di Dio. È una trasmissione della natura di
Dio nella vita degli uomini. Gesù disse “chi ha visto me ha visto il Padre” perché c’era in Lui
la manifestazione della gloria.
Proprio come Mosé abbiamo bisogno di avere un sincero desiderio di fare esperienza di chi
Dio è. Il Signore aveva detto a Mosè che non avrebbe potuto vedere il Suo volto perché egli
era in Adamo. Allora se lui vide le spalle di Dio, quanto più noi che siamo in Cristo possiamo
vedere la Sua gloria! Molto spesso vediamo miracoli ma dobbiamo desiderare e chiedere
una fame insaziabile per la Sua gloria.
In Esodo leggiamo che Dio aveva preparato tutto con molta cura, aveva preparato
l'ambiente e aveva fatto mettere Mosè vicino a Lui in una fenditura della roccia.
Sicuramente la roccia rappresenta in modo profetico Cristo, ma non solo: è una parte
specifica del Corpo di Cristo. Infatti Dio lo mise letteralmente “in un punto specifico” e “in
una casa”. Inoltre, in modo profetico, Dio stava dicendo che attraverso la protezione della
Sua mano, lo avrebbe coperto perché altrimenti la Sua gloria lo avrebbe ucciso. Per noi oggi
questo ci indica la protezione necessaria dei 5 ministeri. Quando la gloria di Dio scende sulla
Chiesa, è necessario che ogni credente rimanga fermo nella posizione, nella fenditura che
Dio gli ha dato.
Mosè vide le spalle di Dio e questo rappresenta l’aspetto profetico dell’unzione. Quando ad
esempio, Abramo era sul monte prima di uccidere Isacco sull’altare, egli si girò di spalle
come l’angelo gli aveva comandato e vide che c’era un montone. Abramo vide la parte
profetica infatti la Bibbia dice che egli vide il giorno del Signore cioè il giorno di Cristo: il
montone era figura di Cristo, l’agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo.
Quando il profeta Elia fuggì da Jezebel in una caverna in realtà egli si trovava in una
fenditura, la stessa in cui Mosè aveva incontrato la gloria di Dio: il modello di Dio è eterno.
Elia era impaurito ma arrivò la potenza di Dio, il terremoto, il vento impetuoso, il fuoco e poi
arrivò la gloria, Dio stesso che iniziò a sussurrare al cuore di Elia. La gloria di Dio lasciò nel
profeta un’impronta. Talvolta l'impronta che la gloria lascia è un manto, altre volte è
unzione, altre volte ancora sono doni. Tutto il soprannaturale di Dio si muove attraverso la
Sua gloria. Il terremoto, il vento e il fuoco erano le espressioni dell’unzione di Dio ma
quando la gloria arriva è Dio in persona che arriva. Il Dio che noi serviamo è l’Iddio di ogni
gloria!