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Worship service 26.04.2020

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DIREZIONE TERRA PROMESSA 2 parte

ATTRAVERSO IL MAR ROSSO

Pastore Evangelista Heros Ingargiola

Ebrei 11.24-29  Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, 25 preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato; 26 stimando gli oltraggi di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto, perché aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa. 27 Per fede abbandonò l’Egitto, senza temere la collera del re, perché rimase costante, come se vedesse colui che è invisibile. 28 Per fede celebrò la Pasqua e fece l’aspersione del sangue affinché lo sterminatore dei primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti.29 Per fede attraversarono il mar Rosso su terra asciutta, mentre gli Egiziani che tentarono di fare la stessa cosa furono inghiottiti.

Mosè all’età di quarant’anni, cioè quando giunse all’età matura, compì delle scelte. Dio cerca persone mature nella fede infatti Dio non assegna dei compiti a delle persone che sono ancora immature.  Un cristiano a livello spirituale attraversa delle fasi di crescita, proprio come nel naturale e possiamo certamente affermare che la maturità è la volontà di Dio per ogni cristiano. Mosè rifiutò di diventare grande agli occhi dell’Egitto quindi rifiutò la figura regale, portando dispiacere al cuore della donna che lo aveva salvato, per adempiere il piano di Dio e per diventare figlio di Abramo. Ciò che spinse Mosè a rifiutare questa proposta fu l’identità con Abramo, l’identità con la chiamata di Dio e l’identità verso la ricompensa. Giuseppe invece arrivò come schiavo ma poi accettò di diventare il vice faraone, qual è la differenza tra lui e Mosè? Giuseppe vedeva un proposito temporale per il suo popolo ma Mosè vedeva nell’invisibile, vedeva il proposito eterno. Qualunque sia il proposito bisogna scegliere la sofferenza piuttosto che il peccato, per sofferenza non intendiamo malattie o povertà ma una sofferenza interiore dove abbandoniamo l’orgoglio e scegliamo invece l’umiltà e l’ubbidienza. E’ necessario per ogni figlio di Dio rifiutare il peccato, l’Egitto spirituale e rifiutare di avere degli appellativi che daranno un appagamento momentaneo. Morire a se stessi, al proprio io è fondamentale infatti la scrittura ci insegna che se il granello di frumento non muore non può portare frutto. Gesù abbandonò la gloria, la ricchezza del cielo, l’onore del cielo per diventare uomo ed essere umiliato, calpestato, disprezzato ed abbracciare la croce.

Gli occhi naturali di Mosè potevano vedere il pericolo del faraone che era un uomo potente ma i suoi occhi spirituali aperti lo fecero guardare nell’invisibile ed a quello che Dio stava per fare. Quello che Dio ha preparato per la chiesa è molto più grande di quello che possiamo immaginare per questo dobbiamo avere gli occhi spirituali aperti. Il risveglio non è per persone paurose, codarde, pigre, tiepide o per chi critica, il risveglio comporta degli sforzi e non bisogna guardare le circostanza ma fissare lo sguardo su colui che regna cioè Gesù. Il risveglio è per persone coraggiose, che non temono il cambiamento. Spesso chi ha paura opera contro l’opera e l’azione di Dio. Le persone paurose e razionali sono concentrate solo sul proposito temporale e quando non vedono più il terreno sotto i loro piedi, credono che il cambiamento sia una minaccia. Queste persone amano una chiesa statica e si accontentano della loro condizione.

Il cambiamento è uno stimolo per la crescita, è il mezzo per raggiungere il proposito di Dio. Senza cambiamento non possiamo arrivare alla terra promessa, ci saranno nemici e difficoltà da affrontare ma la rivelazione cambia tutto. La rivelazione permette all’attività di Dio di iniziare sulla terra e permette al Suo proposito di Dio di adempiersi.

Esodo 14. 1-4 Il SIGNORE parlò così a Mosè: 2 «Di’ ai figli d’Israele che tornino indietro e si accampino davanti a Pi-Achirot, fra Migdol e il mare di fronte a Baal-Sefon. Accampatevi davanti a quel luogo presso il mare. 3 Il faraone dirà dei figli d’Israele: “Si sono smarriti nel paese; il deserto li tiene rinchiusi”. 4 Io indurirò il cuore del faraone ed egli li inseguirà. Ma io sarò glorificato nel faraone e in tutto il suo esercito, e gli Egiziani sapranno che io sono il SIGNORE». Ed essi fecero così.

Dio parla a Mosè e dà delle indicazioni molto chiare al popolo d’Israele, Dio sapeva bene le indicazioni che aveva dato e sapeva quello che sarebbe successo cioè che avrebbe compiuto un meraviglioso miracolo ed era pronto a stupire il suo popolo, il faraone e il popolo degli egiziani. Se ci troviamo in una situazione in cui sembra apparentemente non esserci una via d’uscita, non lamentiamoci perché Dio si muoverà ed è pronto a stupirci.

Amos 3.7 Poiché il Signore, DIO, non fa nulla senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti.

Non sempre il popolo comprende quello che un servo, un uomo di Dio dice. Il popolo non capiva ma Mosè vedeva nell’invisibile. Il risveglio è per uomini e donne di fede, che guardano al proposito di Dio e seguono l’uomo di Dio.

Esodo 14.13 E Mosè disse al popolo: «Non abbiate paura, state fermi e vedrete la salvezza che il SIGNORE compirà oggi per voi; infatti gli Egiziani che avete visti quest’oggi, non li rivedrete mai più.

Dio non ci ha dato uno spirito di paura ma di fede, di amore e di disciplina. Coloro che hanno abbandonato l’Egitto, devono aspettarsi l’ira degli uomini( il faraone si adirò e mandò l’esercito contro il popolo) ma chi non ha paura è consapevole che il Signore sarà colui che combatterà per noi e ci libererà dai nemici.

Non bisogna lamentarsi degli uomini di Dio e quando ricevono qualcosa da parte di Dio bisogna avere rispetto e sottomettersi a quello che Dio ha detto perché quello ci porterà alla terra promessa. Mosè sopportò la pressione del popolo attraverso la fede perché i suoi occhi erano rivolti all’invisibile. I sensi naturali ci fanno vedere le cose dal punto di vista naturale ma gli occhi della fede ci fanno vedere quello che Dio sta per fare e ci danno la certezza della Sua presenza, della Sua potenza e che Lui compirà un miracolo.

Esodo 14.15-18 Il SIGNORE disse a Mosè: «Perché gridi a me? Di’ ai figli d’Israele che si mettano in marcia. 16 Alza il tuo bastone, stendi la tua mano sul mare e dividilo; e i figli d’Israele entreranno in mezzo al mare sulla terra asciutta. 17 Quanto a me, io indurirò il cuore degli Egiziani e anch’essi entreranno dietro di loro; io sarò glorificato nel faraone e in tutto il suo esercito, nei suoi carri e nei suoi cavalieri. 18 Gli Egiziani sapranno che io sono il SIGNORE, quando sarò glorificato nel faraone, nei suoi carri e nei suoi cavalieri».

Mosè incoraggiava il popolo ma poi andava a rifugiarsi nella presenza di Dio e piangeva davanti a Lui. Se ci ritroviamo davanti al mar Rosso e con gli egiziani alle spalle, non dobbiamo temere perché Dio è dalla nostra parte. C’è un tempo per pregare e un tempo per agire e per Mosè era arrivato il tempo di usare la fede, alzare il bastone e dividere il mare. Ricordiamoci che c’è una preghiera adatta ad ogni stagione. Dobbiamo connetterci con il miracolo che Dio vuole fare ed agire. Molte persone non vedono miracoli perché non ubbidiscono alle istruzioni che Dio gli dà. Se Mosè non avesse ubbidito a quello che Dio gli aveva detto, il popolo sarebbe morto e sarebbero stati ripresi schiavi dagli egiziani. Mosè stese il suo bastone e in un modo soprannaturale Dio fece soffiare un vento, il termine ebraico è kedem che significa: il Signore fece ritornare un vento abbastanza forte per ammucchiare le acque come un muro. Così il popolo d’Israele passò per un sentiero asciutto e attraverso il miracolo del Mar Rosso, Dio si mostrò ancora una volta agli egiziani; se facciamo la nostra parte Dio aprirà una via dove non c’è  e tutti vedranno il miracolo strepitoso che Dio farà.

Un particolare da sottolineare: il popolo doveva accamparsi a Pi-Achirot che significa bocche delle gole, a volte sentiamo che il nemico ci stringe all’angolo per distruggerci ma sarà lì che il Signore interverrà e ci farà stendere il bastone per compiere un miracolo.

Quello che Dio farà per noi determinerà la fine dei nostri nemici e dimenticheremo il passato di schiavitù che abbiamo vissuto. Non è importante come si chiamano i nostri nemici o le acque che ci ritroviamo davanti perché se ubbidiamo a quello che Dio ci darà, il mare si aprirà ed entreremo in un nuovo territorio, in una nuova stagione e con una rivelazione nuova di chi Dio è per la nostra vita.