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Worship service 17.03.2019

 

L’ARCA DELLA SUA PRESENZA 2 parte
Past.Evangelista Heros Ingargiola

Dio desidera che i Suoi figli possano dimorare alla Sua presenza, desiderare di stare in preghiera, in
intimità con Lui ma quando vengono commessi dei peccati la comunione con Dio viene interrotta.
Dobbiamo sottolineare un aspetto importante: il peccato interrompe la nostra comunione con Dio e
non la nostra relazione Padre-figlio.
I Giovanni 1.9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e
purificarci da ogni iniquità.
Quando si commettono degli errori, dei peccati bisogna confessarli( dichiararli con la propria bocca
e non solo con il pensiero) davanti alla presenza di Dio e chiedere perdono, questo ci permetterà di
essere perdonati e purificati. C’è differenza tra peccato ed iniquità: il peccato, il cui termine
significa mancare il bersaglio, è l’azione che commettiamo e crea una conseguenza chiamata
iniquità. Per gli errori che vengono commessi involontariamente, se abbiamo comunione con Dio e
con il corpo di Cristo, vengono purificati attraverso la Parola di Dio; per i peccati che vengono
commessi volontariamente invece dobbiamo confessarli e chiedere perdono. Dio desidera che
possiamo camminare alla Sua presenza, come fece Enok che camminò con Dio tutti I giorni della
sua vita e come fecero tanti altri personaggi citati nella Parola di Dio.
Esodo 33.14-15 L’Eterno rispose: «La mia presenza andrà con te, e ti darò riposo». 15Mosè allora
gli disse: «Se la tua presenza non viene con me, non farci partire di qui.
Dio deve essere servito e seguito non a modo nostro ma a modo suo infatti siamo noi che dobbiamo
adattarci a Dio e non viceversa e ciò determinerà il nostro livello d’intimità con Lui. Quando
seguiamo i principi di Dio, I Suoi modelli e ci arrendiamo alla Sua volontà ciò permetterà a Dio di
entrare in una relazione d’intimità profonda con noi.
L’intimità con Dio si sviluppa nella misura in cui investiamo il nostro tempo. Dio desidera che
possiamo comprendere l’importanza di dargli tutto di noi: la nostra vita, le nostre forze, il nostro
tempo perchè Lui ha dato tutto per noi e ci ha redenti, ci ha riscattati con il prezioso sangue di Gesù.
Se Dio ci guida, ci conduce dove vuole e sarà presente con noi ma a volte si verifica il contrario,
ovvero il credente dirige i propri passi e conduce la propria vita come vuole, credendo che Dio lo
debba seguire. Altre volte si effettuano delle scelte, pensando che Dio sia coinvolto ma in realtà Dio
non è presente perchè non era quello il Suo volere.
Il grado d’intimità che abbiamo con Dio permetterà alla Sua presenza di condurci dove Lui vuole.
Esodo 33.11 Così l’Eterno parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico;
poi Mosè tornava all’accampamento. Ma Giosuè, figlio di Nun, suo giovane ministro, non si
allontanava dalla tenda.
In questo verso troviamo l’espressione “faccia a faccia” che dal termine originale significa respiro
su respiro. Mosè aveva un’intimità particolare con Dio. L’intimità non si può sviluppare con tutti; da
quando siamo diventati figli di Dio , non facciamo più dei monologhi ma dei dialoghi perchè Dio è
diventato nostro Padre e possiamo avere una relazione con Lui, per questo brama che la nostra
intimità possa crescere.
Mosè amava stare alla presenza di Dio così tanto che una volta rimase per quaranta giorni con Lui,
il popolo si stancò di aspettarlo e chiesero ad Aronne di fare un vitello d’oro per adorarlo e seguirlo.
Mosè impartì a Giosuè il desiderio di stare con Dio infatti Giosuè non si allontanava dalla tenda, ciò
significa che nelle nostre case noi impartiamo ciò che viviamo. Se i genitori vivono la presenza di
Dio anche i figli faranno lo stesso e non se ne allontaneranno mai.
Esodo 34.34 Quando però Mosè entrava davanti all’Eterno per parlare con lui, si toglieva il velo
finché usciva fuori; uscendo fuori, diceva ai figli d’Israele ciò che gli era stato comandato.
La chiesa deve dimorare alla presenza di Dio. Le persone che non conoscono Dio non hanno
bisogno di essere persuase con parole umane ma di ascoltare ciò Dio vuole dire.
Leggiamo in questo verso che Mosè si toglieva il velo, questo significa che c’era libertà e che lui
stava in piena fiducia davanti alla presenza di Dio. Nonostante lo Spirito Santo vive dentro di noi
molte volte non abbiamo comunione con Lui o non si riconosce neppure la Sua presenza.
Quando andiamo davanti a Dio non dobbiamo soltanto dargli i nostri problemi, i pesi o fare
preghiere religiose ma dobbiamo imparare ad amare la Sua presenza per il piacere di stare con Lui.
L’arca dell’alleanza si trovava nel luogo santissimo, non tutti potevano vederla o toccarla, soltanto il
sommo sacerdote, che seguiva dei precetti che Dio stesso gli dava, entrava lì una volta l’anno per
rappresentare il popolo affinchè Dio potesse perdonare i loro peccati. Quando l’Arca usciva fuori
dal tabernacolo doveva essere ben coperta, una volta Uzziah stava per prendere l’Arca che stava
cadendo ma Lui non era abilitato per svolgere quella mansione. Oggi noi possiamo stare
liberamente alla presenza di Dio.
II Samuele 6.13-15 Quando quelli che portavano l’arca dell’Eterno ebbero fatto sei passi, egli
immolò un bue e un vitello grasso.14Davide danzava con tutte le sue forze davanti all’Eterno, cinto
di un efod di lino. 15 Così Davide e tutta la casa d’Israele trasportarono l’arca dell’Eterno con grida
di giubilo e a suon di tromba.
Dio non ha schemi e desidera che possiamo stare davanti a Lui in piena libertà, alla Sua presenza c’è
gioia, come fece Davide che iniziò a ballare e si rivestì dell’efod che rappresenta il sacerdozio.
In quel tempo mentre Davide stava tornando dalla sua famiglia, la moglie Micael, figlia di Saul,
guardò Davide per ciò che stava facendo e lo disprezzò nel suo cuore. Micael compì quest’azione
anche perchè qualche tempo prima Davide l’aveva ripresa con forza( attraverso Ish-Boscet) perchè era stata data in moglie ad un altro uomo mentre Davide era fuori.
II Samuele 3.13-16 Davide rispose: «Sta bene; io farò alleanza con te. Ma una sola cosa ti chiedo, che tu non ti presenti davanti a me senza condurmi Mical, figlia di Saul, quando mi comparirai davanti».14 Davide spedì dei messaggeri a Is-Boset, figlio di Saul, per dirgli: «Rendimi Mical, mia moglie, con la quale mi fidanzai a prezzo di cento prepuzi di Filistei».15Is-Boset mandò a prenderla dal marito Paltiel, figlio di Lais.16 Il marito andò con lei, l’accompagnò piangendo e la seguì fino a Baurim. Poi Abner gli disse: «Va’, torna indietro!» Ed egli se ne ritornò.
Micael rappesenta lo spirito religioso, infatti lo spirito religioso è sempre pronto ad accusare, a giudicare le persone che vivono in libertà alla presenza di Dio. Micael divenne sterile ciò rappresenta simbolicamente che la religiosità produce sterilità ma dove c’è la presenza di Dio c’è fecondità, abbondanza, benedizione e moltiplicazione.
La religiosità guarda l’esteriorità. Micael stava guardando il senso del dovere del re, perchè il re non
poteva spogliarsi dei suoi abiti regali. Dio non guarda come fanno gli uomini, l’uomo guarda
all’apparenza ma Dio guarda al cuore.
Il senso del dovere ci porta a pregare perchè la legge di Dio lo dice, perchè è giusto farlo ma
dobbiamo pregare semplicemente perchè lo amiamo e desideriamo stare con Lui.
Non dobbiamo cercare un’apparente presenza ma la vera presenza di Dio.
Salmo 40.1 Io ho fermamente e pazientemente aspettato l’Eterno, ed egli si è chinato su di me e ha
ascoltato il mio grido.
Quando impariamo ad aspettare, riconosciamo che Lui sta arrivando e che si manifesterà con la Sua
presenza. L’aspettativa non è rassegnazione ma significa aspettare con piena fiducia( Ebrei 6.12).
Ogni giorno Dio ci aspetta alla Sua presenza, ogni giorno c’è un incontro speciale, non perdiamo
quest’occasione e ritorniamo a Lui con tutto il nostro cuore. Ricordiamoci che stare alla presenza di
Dio è un grande privilegio ed investendo il nostro tempo, cresceremo nell’intimità ed anche nella
rivelazione di chi è Dio.