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Worship service 23.12.2018

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TEMPI E STAGIONI DI DIO

Profeta Ricardo Robles

In questa generazione Dio sta creando dei nuovi disegni, sta permettendo che l’unzione profetica ed apostolica si diramino affinchè possa esserci un risveglio. Ci sono persone che vivono per quello che Dio ha detto nel passato ma altre che vivono per quello che Dio dice nel presente, la differenza è che le prime non saranno protagoniste in questa stagione di Dio ma le altre si.
Ecclesiaste 3.11 e 14-15 Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell’eternità, sebbene l’uomo non possa comprendere dal principio alla fine l’opera che Dio ha fatta. Io ho riconosciuto che tutto quel che Dio fa è per sempre; niente c’è da aggiungervi, niente da togliervi; e che Dio fa così perché gli uomini lo temano.Ciò che è, è già stato prima, e ciò che sarà è già stato, e Dio riconduce ciò ch’è passato.
Il termine tempo si può tradurre anche come stagione. Spesso quando si parla di eternità si pensa alla vita dopo la morte ma in realtà se fosse così significherebbe che l’eternità è uno spazio di tempo ma l’eternità è un ambiente in cui Dio abita. Nell’eternità non c’è tempo, tutte le cose sono già state adempiute.
L’uomo è stato formato dalla polvere ma con un contenuto del cielo affinchè egli possa camminare sia nell’ambiente naturale che in quello spirituale.
Ci sono tre tempi che sono dentro l’uomo: kronos, kairos e pleroma.
Il kronos è il tempo sequenziale, è il tempo dell’uomo, ed è stato formato da Dio nel quarto giorno della creazione.
Il kairos è la stagione di Dio affinchè qualcosa succeda.
Il pleroma è la stagione di Dio affinchè le promesse di Dio si compiano nella propria vita. Dobbiamo comprendere in quale stagione ci troviamo per potere intraprendere il cammino verso le promesse di Dio per la nostra vita, verso il proposito di Dio.
Il kronos lavora insieme alla fede, il kairos lavora con il profetico e il pleroma lavora con la preghiera dei leoni, cioè preghiere ferventi che vanno sempre avanti e mai indietro.
Il kronos è il primo tempo che sperimentiamo ed è in esso che Dio forma il nostro carattere. Nella nostra vita è molto più importante il carattere piuttosto che i doni, perchè essi dicono ciò che abbiamo ma il carattere parla di ciò che siamo.
Dio attraverso i sogni che dava a Giuseppe gli stava rivelando il pleroma anche se lui si trovava nel kronos, questo ci fa comprendere che quando Dio ci parla nel nostro kronos e non vediamo ancora l’adempimento la motivazione è che Dio ci sta proiettando verso il pleroma. I credenti non vanno avanti per pronostici ma per promesse.
È importante comprendere che quando riceviamo una parola profetica non stiamo ricevendo un pronostico ma una profezia.
Quando Dio parlò con Davide che sarebbe stato il prossimo re d’Israele lo fece nel suo kronos infatti il giorno seguente Davide continuò a pascolare il suo gregge come sempre faceva quindi non era cambiato nulla perchè era nel kronos.
Giuseppe prima di giungere al pleroma subì un processo di trasformazione attraverso alcuni avvenimenti( gettato nel pozzo, fatto schiavo, accusato di adulterio); Dio nel tempo kronos forma il nostro carattere e ci trasforma per farci giungere al proposito che Lui ha stabilito.
Ci sono tre livelli di crescita nella vita dell’uomo: verso l’alto, verso dentro e verso l’esterno. Spesso siamo più concentrati a ciò che Dio farà all’esterno verso di noi ma Dio è interessato che prima di tutto cresciamo verso l’alto cioè nella relazione con Dio e poi verso dentro nel nostro carattere, dopo di ciò cresciamo verso l’esterno con il frutto, la benedizione, la prosperità quindi il risultato esteriore.
Nel kronos Dio non è interessato a portarmi verso l’esterno ma verso l’interno, dobbiamo permettergli di fare tacere il nostro io, di morire a noi stessi per fare vivere Cristo in noi. Tanti vogliono uscire dal loro kronos perchè vogliono la benedizione, l’adempimento della promessa ma Dio ha stabilito quel tempo affinchè possiamo essere formati, morire a noi stessi, per questo non dobbiamo scoraggiarci ma dobbiamo continuare il nostro processo.
Dio ha sempre trasformato gli uomini di cui si è servito: Giacobbe è diventato Israele, Simone è diventato Pietro, Gedeone per entrare nella sua stagione è dovuto diventare Geroboamo, il liberatore.
Molte volte anche se preghi o digiuni e sei nel kronos non succederà nulla, perchè quello è il tempo in cui Dio lavora in noi.
Quando Dio disse al popolo d’Israele di andare verso la terra promessa, non fu facile perchè si trovarono davati il mar Rosso e dietro gli egiziani che volevano ucciderli ma Dio aveva un proposito.
Dobbiamo riconoscere il kronos nella nostra vita affinchè non lottiamo più con Dio come fece Giacobbe con l’angelo dell’Eterno; Giacobbe uscì da quell’incontro zoppicando perchè ciò gli avrebbe fatto riconoscere il suo bisogno di Dio.
È fondamentale realizzare l’importanza di avere bisogno di Dio, di avere un rapporto d’intimità con Lui, di adorarlo e di andare in chiesa.
Il kairos è il tempo di Dio affinchè qualcosa accada nella nostra vita.
Dio disse al popolo d’Israele, dopo quarant’anni, che era arrivato il tempo per potere entrare ma il popolo non volle entrare perchè videro che il frutto era buono ma che c’erano i giganti. Può accadere quindi che arrivi il kairos nella nostra vita ma lo perdiamo perchè dipende da noi e non da Dio.
Il kairos lavora con il profetico.
Salmo 23.1-4 Il SIGNORE è il mio pastore: nulla mi manca.Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme. Egli mi ristora l’anima,mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome.

Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza. Nei primi tre versi il salmista parla al futuro, nel quarto verso parla al presente ciò significa che il salmista ci fa comprendere che siamo nel processo, che le circostanze attorno a noi sono difficili ma che Dio opererà in nostro favore, che ci benedirà.
Il profetico che è dentro di noi ci attesta che il tempo duro finirà e che arriverà un tempo di gloria. Dio non guarda come siamo adesso ma come saremo, infatti Dio non guardò Davide come pastore di pecore ma come Re D’Israele, non guardò Giuseppe come schiavo ma come un uomo con influenza nel governo d’Egitto, non guardò Gedeone come il giovane ma come il liberatore.
Nel kairos scopriamo ciò che Dio farà di noi.
Quando Dio disse a Sara che avrebbe avuto un figlio, lei era vecchia ma Dio segnò una stagione nuova per lei dove non ci sarebbe stato più pianto ma risata, infatti il figlio che ebbe con Abramo il cui nome è Isacco significa risata.
Dio parlò ad Abramo dicendogli che Sara avrebbe avuto un figlio, lei intanto era dietro la tenda e rideva; abbiamo sempre pensato che la sua risata fosse a causa dell’incredulità ma in realtà era una risata profetica perchè lei già vedeva quello che sarebbe stato perchè era nel kairos ma Abramo non aveva compreso perchè era nel kronos.
Quando siamo nel kairos e il diavolo pensa di averci già distrutto con prove, persecuzioni, momenti difficili ma ci vede ridere, giore, seminare, andare in chiesa non comprende perchè lui non è onnipresente come Dio e non sa che noi gioiamo perchè guardiamo già a quello che sarà.
Quando ringraziamo Dio per ciò che ha fatto questa è gratitudine ma quando ringraziamo ancora prima di avere visto questa è fede.
Il termine pleroma dal greco significa riempire, completare. Il pleroma è la stagione di Dio dove tutto quello che Lui ci ha promesso si compie, questo tempo lavora insieme alla preghiera dei leoni. Genesi 1.1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra.
Il termine creò dall’originale baràh significa creare dal nulla qualsiasi cosa e questo lo può fare solo Dio.
Genesi 1.27 Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.
Genesi 2.7 Dio il SIGNORE formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente.
Nel verso di genesi 1.27 Dio creò l’uomo nella Sua mente, nell’eternità ma nel verso di genesi 2.7 lo formò nella terra.
Il termine formare dall’originale è iazar è il potere, l’autorità che Dio ha dato all’uomo affinchè formi ciò che Lui ha già creato. Per questo dobbiamo riconoscere ciò che Dio ha creato per noi affinchè noi lo formiamo.
Gesù faceva sempre quello che vedeva fare al Padre, ciò significa che entrava nell’eternità e per esempio vedeva che Dio stava facendo un miracolo quindi Lui arrivava nella terra, lo reclamava con la sua bocca e lo formava.
Il nostro pleroma lo dobbiamo adempiere noi e non Dio, dobbiamo fare uscire la Parola dalla nostra bocca affinchè si adempia quello che Dio ha già creato.
È arrivato il tempo di smettere di girare a vuoto, di comprendere in che stagione ci troviamo ed iniziare ad accellerare verso il proposito che Dio ha preparato per ciascuno di noi.