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Worship service 01.04.2018

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LA REALTA’ DELLE CHIAVI DEL REGNO 2^ parte

Past.Evangelista Heros Ingargiola

Nella Parola di Dio vengono menzionate delle chiavi che vengono affidate ad uomini per entrare e conquistare nuovi territori. Le prime due chiavi affidate a Pietro sono la chiave della salvezza dei

giudei e la chiave della salvezza dei gentili; la terza chiave è quella della scienza, ovvero della conoscenza e della rivelazione la quale era usata da scribi e farisei( essi rappresentano la religione) in modo egoistico e con favoritismi ma Gesù riprese questa chiave, infatti la rivelazione non si ha attraverso la religione ma attraverso la relazione. Analizziamo adesso la quarta chiave: la chiave di Davide.

Apocalisse 3.7-12 Queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre:

“Io conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. Ecco, ti do alcuni della sinagoga di Satana, i quali dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentono; ecco, io li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi per riconoscere che io ti ho amato. Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch’io ti preserverò dall’ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. Io vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la tua corona.

Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio (la nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio) e il mio nuovo nome.

Gesù ha in mano la chiave del re Davide, questa è la chiave che ci permette di essere cittadini della nuova Gerusalemme, è la chiave della lode e dell’adorazione e apre quindi una porta che è già aperta per tutti coloro che hanno questa chiave.

Quando dimoriamo nella Parola dimoriamo altresì nella presenza di Dio e quindi anche nel proposito di Dio che è quello di fare di noi dei veri adoratori.

Giovanni 4.22-24 Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità».

Dio sta cercando veri adoratori; spesso l’adorazione viene identificata con il canto ma esso è solo un modo che ci permette di entrare alla presenza di Dio. La parola adorazione dal greco proskuneo significa prostrarsi ai piedi di qualcuno e baciarlo, quindi la vera adorazione è un’attitudine del cuore.

Isaia 22.21-22 lo vestirò della tua tunica, gli allaccerò la tua cintura,rimetterò la tua autorità nelle sue mani; egli sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per la casa di Giuda. Metterò sulla sua spalla la chiave della casa di Davide; egli aprirà, e nessuno chiuderà; egli chiuderà, e nessuno aprirà.

Gesù è l’adempimento delle profezie che Dio fece su Davide, infatti Gesù discende dalla sua stirpe.

Marco 11.9-11 Coloro che andavano avanti e coloro che venivano dietro gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, il regno di Davide, nostro padre! Osanna nei luoghi altissimi!» Gesù entrò a Gerusalemme nel tempio; e dopo aver osservato ogni cosa intorno, essendo già l’ora tarda, uscì per andare a Betania con i dodici.

Oggi abbiamo libertà di adorare Dio grazie alla chiave di Davide che è stata data alla chiesa universale.

Quando Gesù morì, una delle cose che accadde fu che la cortina del tempio( che separava il luogo santo da quello santissimo) si squarciò dal basso verso l’alto. Il tempio era diviso in tre luoghi: il cortile, nel quale potevano entrare tutti; il luogo santo in cui entravano sacerdoti e sommi sacerdoti e poi vi era il velo che divideva il luogo santo da quello santissimo nel quale entrava solo il sommo sacerdote una volta l’anno con un agnello che copriva i peccati del popolo dei giudei. Gesù è venuto

sulla terra come agnello di Dio e non ha solo purificato ma ha altresì cancellato il peccato di tutto il mondo.

La quinta chiave è quella della morte e dell’ades, queste chiavi erano nelle mani di satana ma Gesù le ha riprese vincendo la morte e l’ades.

Deuternomio 30. 19 Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza.

Quando apriamo la porta del nostro cuore a Gesù e facciamo di Lui il nostro personale Signore e Salvatore stiamo scegliendo la vita.

Apocalisse 1.17-18 Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli pose la sua mano destra su di me, dicendo: «Non temere, io sono il primo e l’ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell’Ades.

Il diavolo non ha più potere perchè Cristo ha vinto la morte.

Quando i figli di Dio muoiono il loro spirito va direttamente alla presenza di Dio. Prima della morte di Gesù tutti coloro che morivano e avevano creduto andavano nel seno di Abramo mentre tutti quelli che non avevano creduto andavano nell’ades, che è il regno dei morti. La parola morte significa separazione, specifichiamo che esistono tre tipi di morte: morte fisica, morte spirituale che avviene a causa del peccato( se chiediamo perdono Dio è fedele da perdonarci I Giovanni 1.9) e la morte eterna. Tutti coloro che sono nell’ades attendono il giudizio della morte e della condanna eterna invece tutti coloro che sono alla presenza di Dio andranno davanti al tribunale Bhema nel quale verranno assegnati dei premi.

Ebrei 2.14-16 Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita. Infatti, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di Abraamo.

Noi siamo discendenza di Abramo in Cristo Gesù e siamo parte dell’eredità di Cristo.

Colossesi 2.14-15 egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.

Apocalisse 20.1-3 Poi vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni, e lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni; dopo i quali dovrà essere sciolto per un po’ di tempo.

Gesù attraverso la morte sulla croce ha vinto su satana e sulla morte.

La croce è una collocazione momentanea ma la redenzione è una collocazione eterna. Così l’afflizione che possiamo vivere è solo qualcosa di momentaneo paragonato alla gloria eterna che ci attende.

Analizziamo adesso alcuni aspetti della cena del Signore.

Sulla croce Gesù ha portato a compimento il patto che Dio aveva istituito e chiude l’ultimo dei sette patti che erano stati stipulati da Dio.

Gli aspetti della cena del Signore:

1.Il memoriale. Rivivere, ricordare, riportare alla memoria.

Giovanni 15-9 Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi; dimorate nel mio amore. La motivazione per cui Gesù ha dato la sua vita è per l’amore che Dio Padre ha per l’intera umanità( Giovanni 3.16). Dobbiamo imparare ad amare gli altri come Dio ha amato noi, non solo a parole ma con i fatti quindi con un’amore sacrificale.

Esodo 14.13 E Mosè disse al popolo: «Non abbiate paura, state fermi e vedrete la salvezza che il SIGNORE compirà oggi per voi; infatti gli Egiziani che avete visti quest’oggi, non li rivedrete mai più.

Il popolo d’Israele dopo essere stato liberato dall’Egitto, si ritrovò davanti al mare e con gli egiziani che li inseguiva così pensò che la cosa migliore era rimanere schiavi in Egitto. Questo è il pensiero che arriva nella mente di noi credenti quando le cose non vanno nel modo in cui vorremmo e pensiamo che la situazione era migliore quando non si conosceva Cristo, ma non è così. Dobbiamo imparare a filtrare i nostri pensieri e guardare le circostanze dal punto di vista di Dio infatti Gesù ci ha liberati dal peccato e i nostri nemici non staranno più davanti a noi.

2.Esaminare se stessi. I corinzi 11.28-32 Ora ciascuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro se stesso, se non discerne il corpo del Signore. Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono. Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati; ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, per non essere condannati con il mondo.

Ci sono tre fasi nella vita del credente: la prima è l’esaminazione, la seconda è la correzione, cioè Dio corregge attraverso la Parola o attraverso i suoi servi ma se non si ascolta ciò si entra nella fase del giudizio.

Dio ha istuito il sangue dell’agnello per redimere ogni peccato individuale e collettivo, quindi qualsiasi peccato si possa commettere Lui è potente da poterlo cancellare.

3.Guardare avanti. La chiesa deve volgere il suo sguardo al ritorno di Gesù.

Realizziamo l’importanza di tutte le chiavi elencate nella Parola, affinchè con l’autorità che Dio ci ha dato possiamo aprire e conquistare nuovi territori per la Sua gloria. Ricordiamoci che Cristo ha vinto per noi ed è attraverso la sua morte che noi abbiamo libero accesso alla presenza del Padre e possiamo godere della vita eterna.