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Worship service 31.12.2017

https://www.facebook.com/PAROLADELLAGRAZIAMILANO/videos/1637956842919552/

 

ALPHA

Past. Evangelista Heros Ingargiola

 

Il rhema dell’anno 2018 per la chiesa parola della grazia di Milano è: Alpha.

Apocalisse 21.1-7 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più. E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate».
E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse: «Ogni cosa è compiuta. Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita. Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio.

 

In questi versi Gesù si rivolge all’apostolo Giovanni dandogli una chiara identificazione di chi Lui è, Gesù infatti è il principio e la fine, l’alpha e l’omega. Gesù regna seduto sul suo trono, ciò significa che Lui regna sempre nelle nostre vite, anche quando si vivono delle circostanze avverse e sembra che Lui non stia regnando. Dobbiamo ricordare che Gesù ha sempre l’ultima parola nelle circostanze che affrontiamo perchè Egli ha l’autorità di poterle cambiare.

Genesi 1.1-2 Nel principio Dio creò i cieli e la terra. La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.

Dio crea, riempie e da una forma nuova alla nostra vita.

In questi versi leggiamo che Dio creò la terra informe e vuota, questo crea uno spunto di riflessione:  Dio può creare qualcosa informe o vuota? No, infatti l’imperfezione è arrivata a causa del peccato. Il primo peccato è avvenuto in cielo a causa di Lucifero, egli guidava la lode in cielo e si inorgoglì pensando nel suo cuore di essere uguale a Dio e in quello stesso momento è stato scaraventato sulla terra. La caduta di Lucifero ha quindi creato l’imperfezione sulla terra, rendendola informe e vuota. Questo rappresenta l’azione negativa che compie il nemico nella vita e nelle famiglie dei credenti, ma il desiderio di Dio è quello di dare una nuova forma alla nostra vita, creando una cosa nuova.

I cieli e la terra sono vincolati dalla presenza di Dio, ed Egli cerca tutti coloro che desiderano vedere un’opera nuova nella propria vita. Ci sono tante conseguenze dell’imperfezione, alcune di esse sono i divorzi, la povertà o il fallimento, ma sappiamo che questo non è il progetto originario di Dio.

Alpha significa principio originario senza interruzione per arrivare alla fine, ciò significa che quando Gesù inizia un’opera nella nostra vita nessuno la potrà interrompere e Lui la porterà a compimento.

Filippesi 1.6 E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

Esodo 3. Mosè pascolava il gregge di Ietro suo suocero, sacerdote di Madian, e, guidando il gregge oltre il deserto, giunse alla montagna di Dio, a Oreb. L’angelo del SIGNORE gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a un pruno. Mosè guardò, ed ecco il pruno era tutto in fiamme, ma non si consumava.Mosè disse: «Ora voglio andare da quella parte a vedere questa grande visione e come mai il pruno non si consuma!» Il SIGNORE vide che egli si era mosso per andare a vedere. Allora Dio lo chiamò di mezzo al pruno e disse: «Mosè! Mosè!» Ed egli rispose: «Eccomi». Dio disse: «Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro». Poi aggiunse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio d’Abraamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe». Mosè allora si nascose la faccia, perché aveva paura di guardare Dio.
Il SIGNORE disse: «Ho visto, ho visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori; infatti conosco i suoi affanni. Sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un paese nel quale scorre il latte e il miele, nel luogo dove sono i Cananei, gli Ittiti, gli Amorei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei.

Dio vede le difficoltà o le avversità che viviamo e Lui arriva per liberarci e condurci in un nuovo territorio.

Esodo 12. 5-14 Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, dell’anno; potrete prendere un agnello o un capretto.Lo serberete fino al quattordicesimo giorno di questo mese, e tutta la comunità d’Israele, riunita, lo sacrificherà al tramonto. Poi si prenda del sangue d’agnello e lo si metta sui due stipiti e sull’architrave della porta delle case dove lo si mangerà. Se ne mangi la carne in quella notte; la si mangi arrostita al fuoco, con pane azzimo e con erbe amare. Non mangiatelo poco cotto o lessato nell’acqua, ma sia arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le interiora. Non lasciatene avanzo alcuno fino alla mattina. Quello che sarà rimasto fino alla mattina, bruciatelo con il fuoco. Mangiatelo in questa maniera: con i vostri fianchi cinti, con i vostri calzari ai piedi e con il vostro bastone in mano; e mangiatelo in fretta: è la Pasqua del SIGNORE.
Quella notte io passerò per il paese d’Egitto, colpirò ogni primogenito nel paese d’Egitto, tanto degli uomini quanto degli animali, e farò giustizia di tutti gli dèi d’Egitto. Io sono il SIGNORE.Il sangue vi servirà di segno sulle case dove sarete; quand’io vedrò il sangue, passerò oltre, e non vi sarà piaga su di voi per distruggervi, quando colpirò il paese d’Egitto.Quel giorno sarà per voi un giorno di commemorazione, e lo celebrerete come una festa in onore del SIGNORE; lo celebrerete di età in età come una legge perenne. Per sette giorni mangerete pani azzimi. Fin dal primo giorno toglierete ogni lievito dalle vostre case; perché, chiunque mangerà pane lievitato, dal primo giorno fino al settimo, sarà tolto via da Israele. Il primo giorno avrete una riunione sacra, e un’altra il settimo giorno. Non si faccia nessun lavoro in quei giorni; si prepari soltanto quello che è necessario a ciascuno per mangiare, e non altro. Osservate dunque la festa degli Azzimi; poiché in quello stesso giorno io avrò fatto uscire le vostre schiere dal paese d’Egitto; osservate dunque quel giorno di età in età, come un’istituzione perenne. Mangiate pani azzimi dalla sera del quattordicesimo giorno del mese, fino alla sera del ventunesimo giorno.Per sette giorni non si trovi lievito nelle vostre case, perché chiunque mangerà qualcosa di lievitato, sarà eliminato dalla comunità d’Israele, sia egli straniero o nativo del paese.Non mangiate nulla di lievitato; dovunque abiterete, mangerete pani azzimi”».

Per entare nel nuovo inizio c’è bisogno del sangue di Gesù. In questi versi Dio da delle istruzioni ben precise per come potere essere salvati dall’ultima piaga d’Egitto, infatti Dio scende salvando tutti coloro nelle cui case avevano asperso il sangue. Il sangue di Gesù rappresenta la risposta dell’amore di Dio per l’intera umanità e consente di passare dalla morte alla vita.

Giovanni 13.8-9 Pietro gli disse: «Non mi laverai mai i piedi!» Gesù gli rispose: «Se non ti lavo, non hai parte alcuna con me». E Simon Pietro: «Signore, non soltanto i piedi, ma anche le mani e il capo!»

Gesù prima di morire chiude il suo ministero pubblico per dedicarsi al ministero personale con i discepoli, infatti gli ultimi capitoli del vangelo di Giovanni riguardano le direttive e le istruzioni che Egli da ai suoi discepoli. Egli apre a loro il suo cuore su ciò che avrebbe vissuto e rivela anche il segreto del servizio cristiano. Gesù lavando i piedi ai suoi discepoli, insegna l’attitudine dell’umiltà che devono avere tutti i discepoli. Ciò che si fa non rappresenta ciò che si è, questo lo dimostra perfettamente Gesù, che nonostante fosse il Messia, fece qualcosa che era riservato all’ultimo degli schiavi in una casa. Egli lo fece per fare comprendere che un vero discepolo deve svolgere ciò a cui  è chiamato senza vantarsi, mettersi in mostra o avere orgoglio.

Gesù stava dando un nuovo inizio in quei versi, per questo parlò d’intimità, di santificazione e del segreto del servizio cristiano. Maggiore sarà la nostra visibilità nel servire Dio tanto più dovremo abbassare noi stessi per servire gli altri con amore e umiltà.

Analizziamo adesso gli aspetti fondamentali della santa cena.

I Corinzi 11.20-32 Quando poi vi riunite insieme, quello che fate, non è mangiare la cena del Signore; poiché, al pasto comune, ciascuno prende prima la propria cena; e mentre uno ha fame, l’altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e bere? O disprezzate voi la chiesa di Dio e umiliate quelli che non hanno nulla? Che vi dirò? Devo lodarvi? In questo non vi lodo.
Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga».
Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ora ciascuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro se stesso, se non discerne il corpo del Signore.
Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono. Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati; ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, per non essere condannati con il mondo.

Memoriale: ricordare, riportare alla memoria, rivivere con il pensiero ciò che accadde quando c’era Gesù. Ricordiamo che attraverso il corpo e il sangue di Cristo siamo entrati nella dispensazione della grazia.

Esaminarsi: la parola originaria dal greco significa ritornare con l’obiettivo di raggiungere la redenzione. Dobbiamo esaminare noi stessi e non gli altri. Dio desidera che possiamo ravvederci e possiamo analizzare il modo in cui stiamo vivendo.

Fissare il nostro sguardo in alto. Il nostro sguardo non deve essere rivolto alle cose naturali ma a quelle eterne, Gesù ritornerà e questa è una certezza.

Atti 1.9-11 Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi. E come essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo».

Dio ha preaparato qualcosa di nuovo per le nostre vite, mettiamo da parte tutte le sconfitte e le difficolte vissute nell’anno precente e prepariamoci ad un anno pieno di benedizioni, successi e vittorie in Cristo con la certezza che ciò che Dio inizia lo porta sempre a compimento.